Endgame climatico, vero rischio esistenziale

La credenza che la terra sia fatta a misura d’uomo si scontra con la cruda realtà del rischio esistenziale. Carestie, epidemie e cambiamenti climatici, sarà l’estinzione il nostro destino? C’è qualche alternativa alla morte della specie umana?

La crisi climatica può causare l’estinzione degli esseri umani? Negli ultimi tempi gli scienziati stanno lanciando allarmi accorati sugli effetti nefasti del cambiamento climatico, sia per l’ambiente che per gli uomini. I più pessimisti hanno parlato di “endgame climatico”, che più o meno vuol dire “fase finale del clima”. Il vero rischio esistenziale per gli esseri umani. Secondo gli studiosi della materia, ignorare gli scenari più catastrofici è una gestione del rischio superficiale nei migliori dei casi e catastrofica nel peggiore.

La possibilità che la “fine del clima” sia vicina deve diffondersi nell’opinione pubblica mondiale, in modo tale che possa essere assorbito meglio il pericolo. Un fatto simile è capitato negli anni ’80. Al tempo la diffusione delle informazioni su una guerra nucleare e le sue conseguenze, servì da stimolo per il disarmo. Secondi gli studi più recenti sono quattro i parametri della fine climatica: carestie, condizioni meteorologiche al limite, guerre, malattie. Su questi punti è stato chiesto all’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, organismo intergovernativo dell’ONU responsabile dell’avanzamento delle conoscenze sui cambiamenti climatici indotti dall’uomo) di produrre un rapporto speciale sul fenomeno.

Il Centro per lo studio del rischio esistenziale dell’Università di Cambridge, Regno Unito, il primo al mondo che ha come oggetto di studio “il rischio esistenziale”, ha diffuso una nota in cui emerge che i motivi per cui pensare ad un’imminente catastrofe, a causa dei cambiamenti climatici, sono sostanziosi. Inoltre, gli effetti devastanti si faranno sentire su crisi finanziarie, conflitti globali, epidemie e carestie. I rischi di fenomeni così complessi si diffondono e si estendono perché interagiscono tra di loro, con effetti letali. Per il futuro, le previsioni sono a tinte fosche. Le alte temperature. Se non si freneranno le emissioni di carbonio entro il 2070, potrebbero interessare 2 miliardi di persone, con tutti i gravi problemi che ne scaturiranno.

I postumi delle conseguenze sociali e politiche si riverseranno con tutta la loro virulenza su due potenze occidentali nucleari e sui laboratori biologici in cui sono ospitati gli agenti patogeni più pericolosi. Com’è intuibile, il rischio che si possano innescare effetti dannosi a catena è grande ed è reale. Le pessime notizie non sono finite qui. Infatti, con la media delle emissioni di gas serra attuale ci troveremmo entro il 2100 con un aumento di temperatura compresa tra i 2,1 e i 3,9°C.

Se venissero rispettati gli impegni a lungo termine fissati con gli accordi Parigi del 2015, il riscaldamento globale oscillerebbe tra gli 1,7 e i 2,6°C, che sarebbe, comunque una temperatura pericolosa per il pianeta Terra. Ricordiamo che l’accordo di Parigi nacque per dare una risposta alla minaccia dei cambiamenti climatici, nel contesto dello sviluppo sostenibile e nell’impegno di eliminare la povertà.

Erano tre i punti cardine: 1) mantenimento della temperatura al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, avendo come traguardo di contenere tale aumento a 1,5°C; 2) promozione della resilienza climatica e dello sviluppo a basse emissioni di gas a effetto serra, in modo da non minacciare la produzione alimentare; 3) rendere i flussi finanziari compatibili con lo sviluppo a basse emissioni di gas ad effetto serra e resilienti al clima. In seguito c’è la stata la Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici tenutasi nel 2021 a Glasgow, denominata COP26.

Il risultato è stato “il Patto il clima di Glasgow” per porre fine all’energia a carbone e ai combustibili fossili. Entrambi, finora, si sono rivelati solo un elenco di buone intenzioni, di fatto sono solo carta straccia. E poi dovremmo stupirci se siamo a rischio estinzione? E’ il logico risultato di tutti i danni di cui siamo stati portatori. Non è una visione nichilista della vita, ma la dura, amara realtà!

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