Emilia Romagna: Legacoop, serve cambio di passo nella ricostruzione post-alluvione

L’Associazione a Bignami “Serve cambio di passo”. Somme irrisorie alle imprese, ristori inesistenti, contro la narrazione di rimborsi al 100%.

Roma – Emilia Romagna un anno dopo l’alluvione, tra burocrazia e ritardi assurdi. Legacoop ha riunito oltre 200 cooperative associate per fare il punto sui ristori erogati. Somme irrisorie a fronte di 16mila imprese e complessivi 90mila danneggiati. “Facciamo presto che è tardi”. Il grido d’allarme che oggi lancia Legacoop, che ha riunito le proprie imprese a Ravenna, a un anno dalla drammatica alluvione in Emilia Romagna, per fare il punto sulla situazione davanti a oltre 200 cooperatrici e cooperatori. Sono tanti i conti che ancora non tornano nel processo di ricostruzione del tessuto economico che avrebbe dovuto far seguito all’evento del maggio 2023.

“Somme irrisorie erogate alle imprese, ristori ‘da zero virgola’ – denuncia Legacoop – a fronte di una narrazione inaccettabile fatta di annunci di rimborsi al cento per cento, mentre la realtà è fatta di burocrazia, lentezze e fondi mai arrivati”. Galeazzo Bignami, viceministro ai Trasporti, fedelissimo della premier e esponente di spicco di Fdi in Emilia, anticipando che il candidato del centrodestra alle Regionali di novembre sarà un civico, denuncia: “A un anno dall’alluvione pare che la ricostruzione stia andando a due velocità. I privati già rimborsati sono meno di un centinaio. Per mesi abbiamo sentito che le risorse non c’erano. Abbiamo dimostrato che non è così. Poi, è vero che la ricostruzione sta andando a due velocità. La parte pubblica è molto avanti. Sulle strade gran parte delle risorse sono state stanziate, lo stesso vale per i lavori idraulici. Ci sono più difficoltà sui privati”.

Galezzo Bignami e immagini alluvione

Le dichiarazioni rilasciate dal vice ministro Bignami “ci confortano”, ha replicato Legacoop a quelle parole. “Se anche un esponente di così alto grado del governo nazionale, infatti, ammette le difficoltà nel garantire i ristori al 100% promessi a cittadini ed imprese, – incalza la denuncia – significa che esistono i margini per iniziare, finalmente, a concretizzare un cambio di passo, anche partendo dalla convocazione di quegli Stati generali per la ricostruzione, proposti da Legacoop venerdì scorso”.

Che serva un cambio di passo, precisa l’associazione, lo “confermano i numeri impietosi dei rimborsi (parziali) garantiti a soli 29 soggetti (su 70mila cittadini e 16mila imprese che hanno diritto ad ottenerli), ma anche le tante dichiarazioni di sconforto e disperazione rilasciate in questi giorni da cittadini e imprese a giornalisti della carta stampata, delle tv, di ogni organo di informazione”.

“Dalle stesse voci – insiste Legacoop – risulta come, ad oggi, gli unici ristori giunti siano quelli derivati dalle tante azioni di solidarietà concretizzatesi in tutt’Italia ed anche da parte della cooperazione di Legacoop. Quanto alle affermazioni del viceministro Bignami sulla nostra organizzazione ‘Compresa Legacoop che in pubblico attacca, ma in privato chiede favori’, preferiamo non replicare. Questo è il momento dei fatti e non quello delle polemiche, che vogliamo evitare. Preferiamo, invece, concretamente invitare l’onorevole Bignami a visitare, quando vorrà, le nostre 22 cooperative alluvionate, perché anche dalla loro viva voce possa capire cosa sia accaduto in questi 12 mesi di totale assenza di risposte concrete”.

“I dati resi pubblici ad aprile sulla stampa dalla struttura commissariale – ha detto il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi – ci dicono che fino a pochi giorni fa le domande completate sulla piattaforma Sfinge erano 775, di cui appena 63 avevano superato il controllo Invitalia. Le pratiche pronte per la liquidazione erano una quarantina, per un valore di 1,5 milioni di euro, ma le pratiche che avevano ricevuto una prima parte di contributo erano 29, per un totale di 400mila euro. Qualcuno può spiegarci queste cifre, visto che i danneggiati dall’alluvione sono stati quasi 90mila, di cui 16mila imprese, e i danni stimati in Emilia-Romagna sono di 8,5 miliardi, di cui 3,5 a privati? Ci sono stati promessi ristori al 100%, ma è sempre più difficile dichiararsi ottimisti”.

“Un capitolo davvero preoccupante riguarda le aziende agricole colpite dall’alluvione – ha aggiunto il coordinatore di Ravenna di Legacoop Romagna, Mirco Bagnari –, perché dallo Stato non è ancora arrivato nulla. Sono invece stati erogati i fondi europei della riserva di crisi UE che portano a circa 150 milioni di euro i fondi giunti al settore primario. Per quanto riguarda la ricostruzione pubblica, i danni alle infrastrutture sono stimati in circa 5 miliardi, ma le risorse complessivamente erogate da Governo e Struttura Commissariale sono state meno di un decimo. Altri problemi riguardano l’impossibilità di ristoro dei beni mobili perduti a seguito dell’alluvione e la mancata attivazione del meccanismo del credito di imposta, oltre ai pasticci sul Pnrr”.

“Le cooperative associate a Legacoop Romagna – dice il presidente di Legacoop, Simone Gamberini – hanno subito circa 45 milioni di euro di danni, ma l’alluvione ha colpito un territorio molto vasto che include anche Bologna, Reggio Emilia e Modena, un’area che vale svariate decine di miliardi di Pil. Purtroppo, alle roboanti dichiarazioni di impegno del Governo nei giorni successivi al disastro non sono seguiti i fatti e ad un anno di distanza aspettiamo ancora il rimborso completo dei danni subiti. La struttura commissariale, con la quale abbiamo fattivamente collaborato in questi mesi, ha dovuto operare con procedure burocratiche ordinarie che hanno pesantemente rallentato l’erogazione dei ristori. Noi abbiamo fatto in pieno la nostra parte per non lasciare sole le cooperative e le comunità, mobilitando più di sei milioni di euro di risorse di solidarietà, e continueremo a farla. Anche per questo esigiamo risposte e ci aspettiamo dalle istituzioni senso di responsabilità e rispetto per chi rischia di cadere nella rassegnazione”.

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