È morta Anna Laura Braghetti, ex militante delle Brigate Rosse

La donna era tra i protagonisti del sequestro di Aldo Moro avvenuto nel 1978.

Roma – È scomparsa all’età di 72 anni, dopo una lunga malattia, l’ex brigatista Anna Laura Braghetti. A dare l’annuncio è stata la sua famiglia. La donna prese parte ai diversi attentati che si verificarono durante i cosiddetti Anni di Piombo: dal rapimento di Aldo Moro all’omicidio di Vittorio Bachelet. Condannata all’ergastolo, dopo la scarcerazione nel 2002 Braghetti si impegnò nel sociale. I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata.

“Ci ha lasciati la nostra cara Anna Laura circondata dall’amore dei famigliari e degli amici. I funerali si svolgeranno in forma strettamente riservata. La sua comunità degli affetti”. Così in una nota la famiglia di Anna Laura Braghetti dà notizia della sua scomparsa, come riporta Ansa.

Nata a Roma il 3 agosto 1953, apparteneva alla piccola borghesia. Lavorava come impiegata quando, all’inizio degli anni Settanta entrò nelle Brigate Rosse. “La mia scelta di entrare in un’organizzazione armata è stata il frutto di un lungo, lento corteggiamento, un avvicinamento graduale”, avrebbe raccontato anni dopo.

Iniziò ben presto a diventare parte attiva dell’organizzazione terroristica, divenendo protagonista di uno dei capitoli più oscuri della storia italiana: il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro, all’epoca Presidente della Democrazia Cristiana. Fu Anna Laura Braghetti ad affittare l’appartamento di via Montalcini a Roma, dove Moro venne imprigionato per 55 giorni. La donna fungeva da copertura per gli altri brigatisti che si alternavano nella sorveglianza di Moro. Era lei che procurava il cibo all’uomo, che poi venne brutalmente assassinato dai terroristi, con Mario Moretti e Germano Maccari esecutori materiali dell’omicidio.

Il sequestro terminò con la consegna del corpo senza vita di Aldo Moro nel bagagliaio di una Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani, a Roma. Braghetti si diede alla clandestinità prima di partecipare ad atri attentati come militante delle Brigate Rosse. Il 3 maggio 1979 fece irruzione nella sede romana della Democrazia Cristiana, aprendo il fuoco – insieme a Francesco Piccioni – contro gli agenti della polizia che erano accorsi sul posto. Furono due gli agenti rimasti vittime dell’agguato.

Nove mesi dopo, il 12 febbraio 1980, Anna Laura Braghetti partecipò – con il complice Bruno Seghetti – all’omicidio di Vittorio Bachelet, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura ed ex vicepresidente dell’Azione cattolica. Fu lei a sparare per prima all’Università La Sapienza di Roma, mentre attendeva Bachelet sulla scalinata della facoltà di Scienze Politiche.

Arrestata il 27 maggio dello stesso anno, Braghetti venne processata e condannata all’ergastolo. Nel 1981 sposò in carcere Prospero Gallinari, uno dei volti storici delle Brigate Rosse dal quale poi si separò. Dopo 22 anni di carcere, ottenne la libertà condizionale nel 2002.

Dopo la scarcerazione, l’ex militante si dedicò al sociale, alla scrittura – pubblicando libri autobiografici – e a sostenere i detenuti e le loro famiglie. Da alcuni anni Anna Laura Braghetti si era ritirata a vita privata a Roma, lontana dai riflettori e dall’opinione pubblica.