La tristissima vicenda che i magistrati di Marsala stanno tentando di ricostruire per individuare i responsabili di depistaggi e gravi omissioni si arricchisce, ogni giorno di più, di nuovi particolari. Persino il Pm dell’epoca ritiene di rivelare il frutto di presunte indagini personali che avrebbe fatto meglio a trasmettere alla Procura siciliana che si occupa delle nuove indagini con il massimo riserbo.
Mazara del Vallo – La prima cosa certa su questa drammatica vicenda è che Denise Pipitone è stata rapita. Una seconda, la cui percentuale di probabilità è di poco più bassa, riguarda gli autori del rapimento che sarebbero assai vicini alla famiglia della bambina scomparsa.
Se queste ipotesi venissero suffragate da prove concrete, considerando che quelle in mano degli inquirenti non sono state mai rilevanti, la bimba sarebbe stata uccisa dopo il rapimento, per volontà o per disgrazia.
A parlare di omicidio della povera Denise sarebbero state, in primis, Jessica e Alice Pulizzi, intercettate l’11 ottobre del 2004 con una microspia ambientale all’interno del commissariato di PS di Marsala, mentre parlavano di Anna Corona, madre delle due sorelle: ”…Eravamo a casa, la mamma l’ha uccisa a Denise…”. Diceva Jessica ad Alice: “…La mamma ammazzò Desise? – chiedeva Alice a Jessica: ”…Si ma tu devi stare zitta – rispondeva Jessica ad Alice… Ovvio – chiosava Alice…”.
Tali intercettazioni sono state rispolverate dopo 17 anni e farebbero parte di quel materiale investigativo forse sottovalutato o portato in giudizio senza efficacia e poi finito nei cassetti per chissà quali motivi. Motivi su cui stanno indagando i magistrati inquirenti della Procura di Marsala che intendono far luce su depistaggi, omissioni ed errori in una inchiesta che, se ben fatta e con la giusta tempistica, avrebbe dato senza dubbio altri risultati.
Piera Maggio (già moglie di Toni Pipitone), prima della tragedia, aveva intrecciato un rapporto sentimentale con Pietro Pulizzi e Denise sarebbe stata il frutto della loro relazione clandestina. A Mazara in molti sapevano, compresa Anna Corona e le sue due figlie avute dal marito Pietro Pulizzi.
All’epoca dei fatti i sospetti erano ricaduti subito sulle tre donne e la stessa Jessica (indagato per false dichiarazioni anche il suo ex fidanzato, Gaspare Ghaleb, poi condannato a 2 anni di carcere, pena sospesa per prescrizione) era finita sotto processo per il sequestro della sorellastra per poi vedersi assolta in tutti e tre i gradi di giudizio.
Mamma e figlie si sono sempre dichiarate innocenti e serene sulla vicenda che le avrebbe viste, a loro dire, oggetti di una vera e propria gogna mediatica. Sempre meno di quanto ha subito Piera Maggio, vittima di calunnie, diffamazioni e accuse infondate alcune delle quali anche infamanti e operate spesso da squallidi redattori di lettere anonime rimasti impuniti.
Certo è che se ci sono state omissioni ed errori gravi nelle indagini è ovvio che le posizioni delle tre donne dovranno essere riviste anche sulla scorta di nuove analisi del materiale probatorio rimasto in archivio per troppi anni.
Anna Corona, per esempio, avrebbe risposto sempre in maniera evasiva su dove si trovasse nel giorno e nell’ora della scomparsa di Denise e le sue due figlie dovrebbero rispondere ancora una volta di quella intercettazione ambientale dandone ampia spiegazione ai nuovi inquirenti.
Un altro personaggio che aveva dato per scontata la morte di Denise era stato Giuseppe D’Assaro nel 2007. L’uomo, oggi sessantenne, pregiudicato e detenuto per omicidio, si era dichiarato pentito e aveva raccontato all’allora procuratore di Marsala Silvio Sciuto di aver aiutato l’ex moglie a disfarsi del corpo della bambina.
L’ex moglie non era altri che Rosalba Pulizzi, la zia paterna di Denise. Nonostante fosse frammentaria e con diverse discrepanze, la confessione di D’Assaro (compagno di merende di Gianni Melluso, detto Gianni il Bello, uno dei maggiori accusatori di Enzo Tortora e falso pentito) portava i magistrati a iscrivere nel registro degli indagati, con l’accusa di sequestro di persona in concorso, Rosalba Pulizzi.
La bambina, rivelava D’Assaro, sarebbe stata portata in casa sua dalla cognata. Qui Denise si sarebbe sentita male e le persone che erano con lei le avrebbero somministrato una forte dose di sedativo che l’avrebbe uccisa. D’Assaro avrebbe poi caricato sulla sua Vespa il corpicino della bambina riposto dentro un borsone e una volta arrivato a Trapani se ne sarebbe disfatto gettandolo in mare.
Successivamente D’Assaro ritrattava l’intera confessione dopo averne raccontate diverse versioni con particolari differenti. Di contro l’ex Pm Maria Angioni ha dichiarato che Denise Pipitone è viva e sarebbe diventata madre di una bambina. E che un magistrato abbia rivelato questi particolari e tanto altro basandosi non si sa su quali prove è gravissimo.
Il resto dell’ampia “confessione” dell’allora pubblico ministero, oggi giudice presso il tribunale del Lavoro di Sassari, sarebbe di competenza del Csm. Per quanto ci riguarda meglio astenersi da qualsiasi commento. Forse è meglio spegnere i riflettori sulla tristissima vicenda sulla quale in molti hanno speculato come avvoltoi. Nel rispetto dei genitori di Denise e dei nuovi inquirenti.