Sul cellulare del sacerdote, parroco di Castelcovati e presidente della Nazionale Italiana Sacerdoti di Calcio, sarebbero stati trovati migliaia di file compromettenti.
Brescia – Don Jordan Coraglia, 51 anni, parroco di Castelcovati e presidente della Nazionale Italiana Sacerdoti di Calcio, è stato arrestato e posto agli arresti domiciliari con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico. L’inchiesta, condotta dalla Polizia Postale e coordinata dalla Procura di Roma, ha individuato immagini e video compromettenti sul telefono del prete, rinvenuti su canali Telegram dediti allo scambio di contenuti erotici di minori. La Diocesi di Brescia, informata dell’arresto, ha sospeso immediatamente Coraglia dai suoi incarichi e annunciato un’indagine canonica, esprimendo “profondo dolore” e piena collaborazione con la magistratura.
L’indagine è partita da un monitoraggio della Polizia Postale su piattaforme digitali, focalizzato su gruppi Telegram usati per la diffusione di materiale pedopornografico. Durante una perquisizione, gli inquirenti hanno trovato sul cellulare di Coraglia circa 1.500 file compromettenti, tra foto e video di minori.
Coraglia, originario di Quinzano d’Oglio e ordinato prete nel 2005, guidava dal 2022 l’Unità Pastorale Santa Maria delle Nuvole, che comprende le parrocchie di Castelcovati, Cizzago e Comezzano. Conosciuto per il suo carisma e l’impegno sportivo, era fondatore e presidente della Nazionale Sacerdoti Italia Calcio, un’associazione affiliata al CONI, e aveva organizzato eventi benefici, come l’Europeo dei sacerdoti a Brescia nel 2018. La Diocesi ha precisato che “non sono coinvolti minori della comunità parrocchiale” e che “non sono state riscontrate condotte inappropriate” verso i fedeli affidati a Coraglia.
La diocesi di Brescia si trova cos’ì a dover affrontare un altro reato riguardante i minori dopo che il 16 aprile era finito ai domiciliari don Ciro Panigara, parroco di San Paolo, accusato di violenza sessuale su minore. Era stato sospeso dall’incarico a gennaio per volontà del Vescovo Pierantonio Tremolada, dopo che un ragazzino di San Paolo aveva denunciato gli abusi subiti.