Hanno votato a favore tutti i gruppi di maggioranza, contrari Pd, M5S, Avs e +Europa tranne Azione-Iv. Sotto esame la reale possibilità del prelievo forzoso dai conti correnti di chi è moroso. Un provvedimento che Matteo Renzi ha bocciato fin da subito.
Roma – Il 2 agosto scorso il Senato ha approvato il ddl delega al governo per la riforma fiscale, con 110 voti favorevoli, 60 contrari e nessuna astensione. La proposta è stata già esaminata dalla Camera e collegata alla manovra di finanza pubblica. Dopo l’ok della Camera al disegno di legge delega ci si avvia verso una riforma ambiziosa e strutturale che interviene su tutti i principali aspetti del sistema tributario, nazionale ed internazionale.
Si muove su diverse direttrici: la prima, sicuramente, è la “certezza del diritto”. Su questo punto alcuni approfondimenti sono necessari. Tanto che il governo vuole entrare nei conti correnti degli italiani, che hanno un debito con lo Stato per il prelievo forzoso. In pratica, si vorrebbe eliminare lo strumento delle cartelle esattoriali per aggredire direttamente l’eventuale disponibilità economica del cittadino moroso.
Era stato Matteo Renzi, il quale al Senato – alcuni giorni fa – ha votato con la maggioranza accusando il governo di voler entrare nei conti correnti degli italiani. Un prelievo, insomma, inserito nella delega fiscale. Nella legge all’esame del Parlamento non c’è una riscossione coattiva sulla stessa linea di quella introdotta dal governo Amato negli anni Novanta, ma poco ci manca, che prelevava da tutti i conti correnti il 6 per mille degli importi depositati.
C’è però, all’articolo 16 del testo, “la razionalizzazione e l’automazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari”. Si parla quindi della possibilità di riscossione forzata, ma solo in presenza di un debito non pagato. In altre parole, ciò che vuole fare il governo nella delega fiscale è rendere automatico il pignoramento attraverso dei prelievi diretti dai conti correnti, nel caso appunto in cui venisse accertato un mancato pagamento.
In tal caso, l’Agenzia delle Entrate chiede attraverso procedure informatiche alla banca di fare quello che si chiama il “pignoramento presso terzi”, una procedura che, peraltro, già esisteva, ha spiegato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, il quale ha aggiunto che “è rimasto tutto com’è, l’unica cosa è che si accelera, con il procedimento informatico, la verifica se ci sono i soldi e quindi si può fare il pignoramento che andrà a buon fine”. Per il viceministro, comunque, c’è ancora spazio per le modifiche al testo della delega, se fosse necessario.
L’obiettivo del governo comunque, ha spiegato, è quello di “semplificare e informatizzare” alcuni processi. Nella relazione tecnica al provvedimento, per quanto riguarda la possibilità di prelevare direttamente dai conti correnti, si specifica che sia un modo per superare le tradizionali cartelle, riducendo così le tempistiche per l’incasso, da parte dello Stato, di quanto dovuto dal contribuente. Nulla di più facile, ma che incontra dei limiti insuperabili dovuti al fatto che si potrebbe bloccare l’attività di una azienda con relative ripercussioni sulle retribuzioni ai dipendenti, o gli stessi pagamenti ordinari di imposte e tasse previsti dalla legge.
Cioè l’impossibilità di pagare alcuni debiti pregressi, che hanno determinato il pignoramento, potrebbe far saltare l’economia intera di una fabbrica ed il suo sviluppo, mortificando la possibilità di ripresa e pagamento del debito pregresso. Per non parlare degli effetti dirompenti sulle famiglie. Si propone così, nella delega fiscale, di potenziare l’attività̀ di riscossione coattiva dell’agente della riscossione, attraverso una serie di interventi – superamento dello strumento del ruolo e della cartella di pagamento, estensione del termine di efficacia degli atti di riscossione ed automazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari – volti a snellire il procedimento di riscossione e ridurre le relative tempistiche, favorendo l’incasso anticipato dei crediti pubblici affidati alla riscossione.
Ne potranno derivare, in termini finanziari, effetti positivi, in via prudenziale non stimati. È, comunque, tutto da vedere. Il testo della legge delega, ad ogni modo, deve ancora finire l’iter parlamentare. Il leader di Italia Viva, Renzi, da parte sua, spara subito sul governo; infatti, ha annunciato un emendamento per cancellare l’articolo in questione che permette, nel caso specifico che abbiamo visto, un prelievo forzoso.