A Villa Campolieto un viaggio tra i sapori di Ercolano antica. Sirano: “Un ponte tra passato e presente.”
Ercolano – Ha aperto i battenti nelle sale affrescate di Villa Campolieto, lungo il Miglio d’Oro, la mostra “Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola,” organizzata dal Parco Archeologico di Ercolano in collaborazione con la Fondazione Ente Ville Vesuviane. Un viaggio immersivo nella cultura alimentare dell’antica Roma, che intreccia reperti unici—da pane carbonizzato a utensili di lusso—a una narrazione che collega il 79 d.C. alla moderna Ercolano, il tutto ospitato in una delle più affascinanti dimore borboniche progettate da Luigi Vanvitelli.
“Dall’uovo alle mele,” come recita il poeta Orazio descrivendo un pasto romano completo, esplora il cibo non solo come necessità, ma come fulcro della vita sociale e culturale. “Molte tradizioni persistono nella cultura campana di oggi,” spiega Francesco Sirano, direttore del Parco. “La cura per le materie prime, la preparazione e l’ospitalità sono un filo rosso che unisce antico e moderno.” La mostra, ultimo atto di un ciclo espositivo iniziato nel 2018, porta i visitatori tra i resti di cereali, legumi, frutti di mare e uova, conservati dall’eruzione del Vesuvio, e oggetti che raccontano produzione, consumo e convivialità.

Un dialogo tra passato e presente
L’allestimento, curato per rispettare la raffinatezza di Villa Campolieto, adotta il concept della “stanza nella stanza,” creando spazi che dialogano con gli affreschi settecenteschi senza oscurarli. Tra i pezzi forti, i reperti organici eccezionalmente preservati—pane, formaggio, frutta—e oltre 300 scheletri di fuggiaschi ritrovati sulla spiaggia antica, analizzati per rivelare dieta e salute degli Ercolanesi. “Questi resti ci parlano di una comunità viva,” aggiunge Sirano, “fissata per sempre nel tempo.”
La mostra si apre con immagini della Ercolano contemporanea—mercati, tavole imbandite—per poi immergersi nell’antichità, mostrando vasellame, pentole e strumenti che testimoniano un’arte culinaria sorprendente. “Gli antichi importavano spezie dall’Africa e dall’India,” nota Sirano. “La varietà e la qualità dei cibi erano invidiabili.”

Un progetto di territorio
Il percorso espositivo completa un trittico iniziato con “SplendOri” (2019, Antiquarium di Ercolano) e “Materia” (2022, Reggia di Portici), valorizzando il patrimonio locale in sinergia con enti come la Fondazione Ville Vesuviane e l’Università Federico II. “Villa Campolieto è un ponte tra passato e presente,” afferma Gennaro Miranda, presidente della Fondazione. “La cultura del cibo, allora come oggi, è un motore sociale ed economico.” Matteo Lorito, rettore della Federico II, sottolinea: “Il Dipartimento di Agraria ha studiato i reperti organici, offrendo dati impressionanti sull’enogastronomia romana.”

Miranda ringrazia il Ministro della Cultura Alessandro Giuli e il predecessore Gennaro Sangiuliano per il supporto, definendo la mostra “un’impronta indelebile” per il Miglio d’Oro. Sirano vede nell’evento il coronamento di un sogno: “Abbiamo portato i tesori di Ercolano oltre le mura del Parco, facendoli ambasciatori di un’area unica al mondo.”
Un invito alla scoperta
Aperta fino a ottobre 2025, “Dall’uovo alle mele” non è solo un’esposizione, ma un’esperienza sensoriale che celebra la convivialità romana e campana. I visitatori possono quasi percepire i profumi di un banchetto antico, tra le sale di una villa che respira storia. Un’occasione per riscoprire Ercolano, dove il cibo racconta chi siamo stati e chi siamo ancora.