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Dalla ceramica alle candele, l’hobby dell’artigianato è in continua crescita

Attorno al fenomeno è nata una importante economia: il lavoro manuale torna in auge dopo la crisi che ha investito i settori dell’artigianato.

Roma – L’hobby dell’artigianato in continua crescita. Con l’avvento della rivoluzione industriale, iniziata in Inghilterra alla fine del ‘700, estesasi e conclusasi anche in altri Paesi intorno al 1830, si affermò un concetto nuovo per le abitudini sociali. Ovvero il tempo libero per altre attività, distinto da quello lavorativo. Con esso si sono sviluppati, in seguito, gli hobby, una serie di attività praticate per esclusivo piacere, divertimento o interesse. Nonostante attualmente, il tempo lavorativo abbia assorbito quasi del tutto le attività umane, negli ultimi tempi, pare, che stia emergendo una nuova tendenza.

Quella, cioè, di cercare gratificazione, dopo il lavoro in ufficio, di dedicarsi con frequenza alla manualità artigianale. Il fenomeno si è talmente allargato che intorno ad esso è nata una vera e propria economia. Uno strano paradosso, in quanto si tratta di un settore che negli anni ha manifestato una profonda crisi. Infatti, il numero, ad esempio, di pellettieri, sarti, fabbri, tappezzieri o falegnami è in calo da decenni. Eppure, pur essendo ancora sprovvisti di stime statistiche, basta farsi un giro sui social per vedere video di persone che, per hobby, si cimentano con attività manuali. Dalla ceramica alle candele fatte a mano, dalla pittura al lavoro a maglia è tutto un susseguirsi di filmati che esaltano queste attività.

È comprensibile, forse, la loro seduzione, se si pensa che si tratta di hobby praticati da chi per lavoro è costretto a stare molto tempo davanti ad un computer e fa poco uso della manualità. Addirittura online vengono messi in vendita le loro “opere” o diffuse le modalità delle loro realizzazioni. Inoltre, sono nati numerosi corsi in molte città italiane che stanno trovando un ampio consenso tra gli appassionati, con costi anche ragguardevoli. Ad esempio, a Milano, i corsi di ceramica su tornio, la tradizionale macchina per modellare l’argilla, costano più di 500 euro e la richiesta di frequentarli è maggiore di quella offerta.

Senza dubbio il piacere ricavato dal vedere un oggetto modellarsi con le proprie mani è uno dei motivi per cui le persone si fanno coinvolgere questa passione. Il fenomeno ha assunto uno spessore tale da essere analizzato dalle “scienze sociali” che hanno tentato di dare un nuovo significato all’artigianato. Secondo queste interpretazioni non va collegato soltanto alle botteghe tradizionali, ma anche ad attività commerciali che poco hanno a che fare con la storia del settore. Come, ad esempio, il successo registrato da microbirrifici, panifici artigianali e simili, sorti nei quartieri più “cool” delle metropoli occidentali.

Con questo termine, in genere, si intendono quelli dove si mangia meglio, si vive meglio, si respira cultura e senso di comunità, restando immersi in un mix di bellezza architettonica, ma anche di parchi e aree verdi che richiamano il contatto della natura anche nel pieno della vita metropolitana. Il successo di queste attività, sia nell’accezione tradizionale che di quella più “cool”, può essere una risposta di insofferenza a una omologazione della società industriale. Infine, la dimostrazione che l’essere umano non può essere costretto in un lavoro ripetitivo, monotono e poco stimolante per la sua creatività e fantasia. Se viene represso il gusto di vedere nascere e crescere il prodotto di qualsiasi attività lavorativa è la fine di ogni persona, da cui scaturiscono alienazione, stress e angoscia!

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