Covid, Fdi: “Si indaghi su mobbing a lavoratore che scoprì scandalo mascherine”

I componenti della Commissione d’Inchiesta raccontano la vicenda che ha visto protagonista un dipendente dell’Agenzia delle Dogane.

Roma – “Lo scandalo delle mascherine, avvenuto in piena pandemia di Covid, durante il governo Conte, si contorna di nuovi elementi opachi. Dopo le tante audizioni della commissione d’inchiesta che stanno facendo emergere la totale impreparazione, a detta di tutti gli auditi, dello Stato alla pandemia, apprendiamo, infatti, da fonti stampa che il Tribunale del Lavoro di Roma ha emesso una sentenza di condanna nei confronti di Inail a risarcire, per le condotte vessatorie messe in atto dal 2020 dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, un dipendente della stessa Agenzia che aveva il compito di indagare su quanto avveniva nell’importazione di dispositivi sanitari”. A rivelarlo, in una nota, sono i parlamentari di Fratelli d’Italia componenti della commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia di Covid.

Proprio grazie alle indagini dell’uomo, scrivono, “è emerso lo scandalo delle mascherine cinesi, inadeguate agli standard di sicurezza sanitaria, che finivano in Rsa, ospedali e agli agenti delle forze dell’ordine. Si apprende, sempre da fonti stampa, che i funzionari che avrebbero deposto false dichiarazioni contro il
lavoratore, sarebbero stati poi promossi. Vicende gravi, sulle quali è doveroso fare chiarezza. Questo dimostra che il nostro personale medico, infermieristico, le nostre forze dell’ordine venivano dipinti come eroi, ma erano vittime mandate al macello senza protezioni prima e con protezioni inadeguate poi”.

In quella “delicata fase storica gli italiani morivano ed erano sottoposti a politiche restrittive molto dure, tutto ciò che è accaduto alle loro spalle e ai danni dello Stato è sempre più sotto gli occhi e dimostra quanto fosse indispensabile una commissione d’inchiesta che indaghi a fondo su tutto”, concludono i parlamentari. La commissione è stata nominata ad agosto scorso. A luglio c’era stato un flash mob di Fratelli d’Italia sotto Montecitorio per sollecitare la costituzione della commissione di inchiesta sul Covid. “C’è una legge approvata già da marzo che impone l’istituzione di una commissione di inchiesta sulla gestione del Covid: a causa della mancata segnalazione da parte dei gruppi di opposizione dei rispettivi componenti, tutti o quasi tutti – aveva denunciato il capogruppo di Fdi al Senato, Lucio Malan, intervenendo al flash mob – non si può ancora procedere“.

“A questo punto – aveva aggiunto – noi vogliamo sottolineare che è necessario adempiere a quanto la legge stabilisce, una legge fatta sulla base della Costituzione che prevede la possibilità di istituire commissioni di inchiesta su fatti di interesse collettivo”. I parlamentari avevano esposto lo striscione “Covid: la verità non si nasconde”. “Il modo in cui è stata gestita l’emergenza Covid – aveva aggiunto Malan – tocca davvero tutti, dalla questione sanitaria a quella delle misure che sono state prese, fino ai soldi e ai modi in cui sono stati spesi”.

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