In manette in Salento Cosimo Mazzotta. I militari si sono finti turisti e hanno occupato una stanza vicino a quella del latitante.
Lecce – Questa mattina i carabinieri di Lecce hanno arrestato Cosimo Mazzotta, 51 anni, latitante dall’8 marzo 2025, in un B&B sul lungomare di Torre Lapillo, frazione di Porto Cesareo. Mazzotta, condannato in via definitiva a 30 anni di carcere per l’omicidio di Gabriele Manca, avvenuto il 17 marzo 1999, è stato sorpreso grazie a un’operazione sotto copertura. Una coppia di carabinieri, fingendosi turisti, ha prenotato una stanza accanto alla sua, permettendo alle pattuglie di circondare la struttura e fare irruzione.
Mazzotta, registrato con un nome falso, era solo al momento del blitz e non ha opposto resistenza. Sorpreso dall’arrivo degli investigatori, ha dichiarato di aver evitato contatti esterni, limitandosi a passeggiate in riva al mare per non destare sospetti. I carabinieri hanno sequestrato diversi telefoni e utenze telefoniche in suo possesso, che saranno analizzati per ricostruire eventuali reti di fiancheggiatori.
L’arresto è il risultato di un’attività investigativa meticolosa, durata settimane. Dopo la conferma della condanna da parte della Cassazione, Mazzotta si era reso irreperibile. I carabinieri hanno condotto appostamenti, servizi di osservazione e ricognizioni nella zona di Porto Cesareo, nota per essere un rifugio per latitanti, come nel caso di Cosimo Miggiano, arrestato a Torre Lapillo nel 2021 per traffico di droga. La strategia decisiva è stata l’infiltrazione di due militari che, prenotando una stanza nel B&B, hanno confermato la presenza del latitante, permettendo il blitz coordinato
La condanna di Mazzotta risale al 30 maggio 2024, emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Taranto, per l’omicidio in concorso di Gabriele Manca, 21 anni, assassinato il 17 marzo 1999 in una zona di campagna a Lizzanello, vicino Lecce. Secondo la ricostruzione dei carabinieri del ROS, elaborata 18 anni dopo il delitto, Manca fu vittima di un’esecuzione organizzata da un commando di quattro persone, motivata da contrasti nello spaccio di droga. Il giovane fu ucciso con colpi di pistola alle spalle mentre tentava di fuggire. Mazzotta è considerato l’esecutore materiale, con l’aggravante della premeditazione e dei futili motivi, come confermato da Leccesette.it.
L’indagine, avviata nel 2012 a seguito dell’omicidio di Antonio Presta, ha delineato gli assetti della Sacra Corona Unita nella frangia mesagnese, coinvolgendo figure di spicco come Ercole Penna. Mazzotta era tra i 50 arrestati nell’operazione del 2017, che ha decapitato i clan di Sandonaci e Cellino San Marco