Milano ed altre città del nord Italia risentono particolarmente di molteplici sorgenti di smog contro le quali occorrono interventi seri e continuativi senza ricorrere all’emergenza.
A causa dell’inquinamento del traffico urbano (la prima sorgente di inquinanti a Milano) siamo quotidianamente esposti ad aldeidi e particolato ultrafine. A peggiorare la situazione è l’andamento anomalo del tempo: in questo periodo di inizio anno – ce ne siamo accorti tutti – le temperature sono spaventosamente sopra la media, con piogge e venti quasi del tutto assenti. E mentre Milano intraprende una strada “smart”, proiettata sulla mobilità sostenibile, Regione Lombardia taglia i fondi al trasporto pubblico per 3,4 milioni di euro.
Per nulla incoraggiante: tutta la Pianura Padana presenta attualmente livelli di polveri sottili che sfiorano il tetto massimo. Nonostante ciò, il Comune di Milano ha adottato una strategia riassunta nello slogan “Contro l’inquinamento, sviluppo e ambiente vanno a braccetto”. Da questa semplice premessa, ci è più chiaro che la posta in gioco riguarda, in primo luogo, la riduzione dei veicoli e, non meno importante, la sostituzione delle caldaie residenziali più obsolete. Facciamo il punto.
Il Comune ha stanziato 8 milioni di euro per sostituire i veicoli di vecchia categoria e 22 milioni per sostituire le caldaie, una politica significativa a tutela della salute del cittadino e della salubrità dell’aria.
Il trasporto pubblico è la spina dorsale della mobilità sostenibile, per questo bisogna fare in modo che diminuisca prima il numero di spostamenti in auto privata tra Milano e Comuni esterni, che è pari al 56%, e successivamente anche quello all’interno della città, che è del 30%. Si pensa anche di investire sulla depavimentazione di aree esterne private, per favorire la superficie filtrante in città, unita alla realizzazione di più tetti e pareti verdi. Tuttavia, l’efficacia di questi provvedimenti strutturali risponde in ultimo delle abitudini di ciascun cittadino, e non solo della generosità dei finanziamenti: corretta informazione e assunzione di migliori stili di vita potranno prevenire da sole il continuo innalzamento delle concentrazioni di PM10 nell’aria. Il 2019 contava 72 giornate di superamento di 50 microgrammi di PM10 per metro cubo, un po’ meno delle 79 totalizzate nel 2018, ma comunque più numerose delle 35 giornate limite consentite dall’Unione Europea, associate a un valore medio massimo di 40 microgrammi.
Secondo ARPA (Associazione Regionale Protezione Ambientale), solo nel 2014 a Milano la composizione degli inquinanti era dovuta per il 44% alla circolazione di veicoli e per il 25% al riscaldamento. E, a proposito di caldaie, il sindaco Sala ha annunciato che entro il 2023 saranno messe al bando tutte le caldaie alimentate a gasolio, per incentivare i privati all’adozione del teleriscaldamento o del pannello solare “carbon neutral”.
Secondo l’assessore alla Mobilità e all’Ambiente Marco Granelli, serve rendere più competitivo e accessibile il trasporto pubblico: potenziare il servizio e rottamare i veicoli inquinanti con quelli più moderni. Sta già accadendo a Milano: i mezzi pubblici su cui si muovono i cittadini sono al 72% elettrici, ed entro il 2030 ATM dismetterà tutti i bus a gasolio. Quindi, come già detto, è essenziale fare in modo di aumentare soprattutto i collegamenti tra Milano e gli altri Comuni con i mezzi pubblici, a cui ricorre un buon 37% dei cittadini.
Aumentiamo anche le piazze aperte e i percorsi ciclabili: la superficie di aree pedonali a Milano è già pari a 613.500 metri quadri.