Comunità energetiche: potere al popolo

Come già sta avvenendo con la gestione della crisi climatica anche per quella energetica si tenta di partire dal basso. Le comunità energetiche rappresentano il futuro? Come gli antichi borghi italiani?

I borghi italiani come comunità energetiche. Una delle particolarità del territorio italiano è rappresentata dalla presenza su tutto lo stivale di una miriade di antichi borghi. Oltre ad un essere una ricchezza dal punto di vista paesaggistico, naturalistico e culturale, possono diventare attori della transizione energetica e quindi del loro rilancio socio-economico. Il Touring Club Italiano, un’associazione no-profit che da oltre 120 anni si occupa di turismo, cultura e ambiente, ogni anno certifica con la Bandiera Arancione, i borghi eccellenti dell’entroterra.

Per questi motivi è partito il progetto BeComE. Esso è articolato in una campagna informativa sul tema delle comunità energetiche; attività formative e assistenziale per i Comuni; sviluppo di sperimentazioni sui territori. E’ una grande occasione per i Comuni, poiché grazie al PNRR possono investire in rinnovabili, liberandosi dalla dipendenza energetica dall’estero. Grazie alle Comunità Economiche Rinnovabili (CER), introdotte in Italia nel 2020 con l’art. 41 bis del decreto Milleproroghe, è finalmente possibile lo scambio comunitario di energia rinnovabile. Così si consente ai cittadini, amministrazioni, piccole imprese e realtà locali di diventare primattori della rivoluzione energetica.

I vantaggi ambientali, economici e sociali, saranno distribuiti sui territori. Si va dall’abbattimento delle emissioni climalteranti alla riduzione dei costi in bolletta (particolarmente sentiti in questo periodo), fino al contrasto della povertà energetica. Il progetto BeComE è una creazione di Legambiente (associazione ecologista nata negli anni’70 del secolo scorso), Kyoto Cuub (associazione no-profit per la riduzione dei gas serra), Azzero CO2 (società di consulenza per la sostenibilità e l’energia, fondata da Legambiente e Kyoto Club), a cui ha aderito, in un secondo momento, anche Touring Club Italiano.

Queste associazioni hanno rivolto al Governo cinque richieste per quanto riguarda le comunità energetiche ed i relativi bandi, attesi entro l’anno: 1) Definizione da parte delle Autorità dei decreti, delibere, tecnicalità e incentivi per far partire il progetto su tutto il territorio nazionale; 2) Semplificazione nella concessione dei finanziamenti, con tempi congrui per i bandi, per evitare di scaricare sui Sindaci e sulle delicate strutture dei piccoli Comuni responsabilità dello Stato centrale; 3) Massima attenzione al processo di costruzione delle comunità e non solo alla mera esecuzione degli impianti da fonti rinnovabili; 4) Semplificazione delle autorizzazioni per evitare lacci e lacciuoli della burocrazia; 5) Finanziamento a fondo perduto per quelle Comunità Economiche Rinnovabili (CER) sostenute solo da cittadini, amministrazioni e terzo settore.

Lo scopo di tutto ciò è premiare quelle rivolte al sociale, alla marginalità geografica e all’utilizzo di soluzioni tecnologiche di piacevole effetto estetico. Ora si resta in fiduciosa attesa dell’esaudirsi di queste richieste e dell’azione delle istituzioni centrali per accelerare e incentivare processi partiti dal basso. Con la campagna elettorale in atto, il dibattito dell’informazione sembra orientato al “teatrino della politica” che produce solo fumo negli occhi, ma risultati zero. Ed invece bisognerebbe occuparsi dei nostri territori perché sono occasione di speranza, rinascita e sviluppo sostenibile!

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