Le notti passate in bianco sullo schermo per poi fare click su run per vedersi spuntare la frase da incubo: Sintax Error in 32.457… Avevi copiato il gioco impiegandoci almeno sei ore per poi ripetere tutto d’accapo. E quando pigiavi su quello che oggi chiamiamo tasto enter spuntava una pallina che sbatteva contro un muro. Che nostalgia…
Chi, dai 40 anni in su, non è mai stato colpito almeno una volta dalla S.I.N.C. (Sindrome Irreversibile della Nostalgia Cronica) scagli il primo hard disk. Tutti. Abbiate il coraggio di fare i nomi, e con questi, coming out. Ma cosa ci manca di più del nostro glorioso passato?
In pole position troviamo il mitico Jeeg Robot d’acciaio; a seguire, non c’è storia, Fonzie, il bulletto made in USA tutto ciuffo e “chiodi”. Via via le baggianate degli anni ‘80, Kiss me Licia, la 500 Abarth, la Graziella, i Bee Gees, Elvis, e non ultimo lui, il re del rimpianto nostalgico allo stato solido. L’oggetto sacro del desiderio per antonomasia, che ha “toccato” nel profondo una generazione in particolare, quella dei quarantacinquenni o poco oltre (per lo più scapoli, con incipiente calvizie, o appena brizzolati). In forte percentuale informatici con probabile inizio d’ulcera gastrica, super organizzati, programmati, sempre alla ricerca del tempo perduto, un po’ disillusi, dissacranti, ma inesorabilmente pronti a rivelarsi un esercito di romantici nascosti (della serie Covert), se appena si declina la magica sigla: Commodore 64.
Abbreviato C64, è un home computer realizzato dalla Commodore Business Machine, una società statunitense, presentato per la prima volta al mondo nel giugno del 1982, ben 37 anni fa. All’epoca, il C64 conquistava il pubblico per le sue inedite capacità grafiche e sonore, nonché per il costo relativamente basso che lo rendeva accessibile a una larga fascia sociale. Inserito nel Guinness dei primati come il singolo modello di computer più venduto di tutti i tempi, il C64 domina il mercato dei computer di fascia bassa, per la maggior parte degli anni ‘80, e sebbene venga sorpassato nel 1985 dall’Amiga (sempre marchio Commodore), il C64 continua a essere sul mercato fino al 1994, annus horribilis per la società, che dichiara bancarotta, e in seguito fallisce, causa errate scelte di gestione effettuate dal gruppo dirigenziale.
Per molti giovani di quegli anni, dunque, gli home computer sono stati il primo approccio all’informatica, esperienza che li ha condotti a divenire discepoli della rivoluzione digitale avviata in quell’epoca. Li ha inoltre resi determinati a costruirsi una carriera professionale in un settore che si presumeva, e a ragione, sempre più in espansione. Galeotto quindi, fu il Commodore 64, e, nonostante siano trascorsi decenni, il ricordo nostalgico di quel periodo ha spinto gli appassionati a preservare online gli oltre 30.000 videogames, tutt’oggi venduti da società che continuano a realizzarli.
Proprio facendo leva sulla nostalgia, la società Retro Games Ltd. ha immesso sul mercato lo scorso dicembre una riedizione in scala 1:1 del C64, battezzato con il nome di The C64 Maxi (per differenziarsi dal “Mini”, rilasciato dagli stessi due anni prima, che ha dimensioni ridotte e una tastiera finta). La prima cosa che salta all’occhio è l’estrema somiglianza con il modello originale (in particolare con il primo modello, soprannominato simpaticamente dagli appassionati “biscottone”), oltre all’assenza del marchio Commodore (e del relativo caratteristico logo “C=”). La ragione è che tale marchio, a tutt’oggi, è registrato da una società italiana che lo utilizza per produrre smartphone in grado anche di eseguire i videogiochi del C64. Si tratta, forse, di un’ennesima operazione nostalgia.
Ma dietro le quinte del C64 Maxi, non c’è l’hardware originale, bensì un’emulazione software che riproduce con grande accuratezza il funzionamento dei vecchi chip. Insieme al C64 viene riproposta una riproduzione dell’inseparabile joystick, senza il quale non si potrebbero rievocare le antiche sensazioni di gioco. È invece assente il registratore a cassette, e quindi si è ovviato ai lunghi tempi di caricamento. Nel sistema vengono inclusi 64 giochi, ma è possibile aggiungerne altri scaricandoli dalla rete, e caricandoli su una penna USB.
L’operazione nostalgia avrà successo? Solo il tempo ce lo dirà, intanto riassaporiamo vecchi successi come Montezuma’s Revenge, Armalyte e International Karate, per citarne solo alcuni. Nel 2007, un’orchestra (C64 Orchestra) ha eseguito i brani musicali dei giochi più famosi, incidendo anche 2 CD.
In ogni caso, può essere un’interessante idea, in questo particolare momento storico-sociale, rispolverare il vecchio oggetto, e magari trascorrere in casa piacevoli momenti con i propri figli, mostrando loro un pezzo della nostra società, del suo recente passato, ma tutto proiettato nel futuro.