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Grazie ai social la fortuna si è trasformata in “sindrome”

Negli ultimi tempi su TikTok , il social che va per la maggiore soprattutto tra i giovani, stanno crescendo i contenuti new age.

Roma – Si va dai rituali d’amore al culto degli antenati, dai riti agli incantesimi, per finire con l’ultimo in ordine di tempo, il “manifesting.” Si tratta della consuetudine di avere aspirazioni con l’obiettivo di realizzarle. Per questo fenomeno gli studiosi del settore hanno creato una definizione ad hoc: “Lucky Girl Syndrome”. Nulla di particolarmente sconvolgente, anzi piuttosto banale, eppure sta avendo un successo strepitoso. Letteralmente è la “sindrome della ragazza fortunata”, un trend nato sui social col quale si crede nella propria fortuna e facendolo sapere alla comunità ad alta voce fa sì che si imbrocca sempre la giusta strada per il successo.

Ha iniziato Laura Galebe, una tiktoker con un video postato quando si stava concludendo l’anno, in cui si è soliti fare progetti ed avere desideri per l’anno che verrà. Una sorta di autoconvincimento che contribuisce a far intraprendere ai sogni il giusto cammino. Ripetere un refrain di continuo del tipo: “Fortunatamente sono circondata da persone speciali che mi trasmettono tanto amore e mi supportano in tutto. Sono proprio così fortunata”, pare che funzioni.

Se bastasse così poco, avremmo risolto un sacco di problemi! La nostra eroina di TikTok è del parere che bisogna convincersi di essere molto fortunate, affinché le cose nella nostra vita vadano per il verso giusto ed essere baciati dalla dea bendata. L’importante è crederci ciecamente, illudersi che le cose possono essere positive. Quest’atteggiamento è stato definito da Roising Lanigan, giornalista irlandese e studiosa di social, l’acme della delusione da internet, ovvero l’era della chimera. I numeri le danno ragione. Nel senso che nelle ultime settimane la tendenza continua ad andare forte ed i video della “Lucky Girl Syndrome” hanno registrato milioni di visualizzazioni con relativi commenti di presone allibite dalla sua utilità. E’ uno spaccato, una sorta di indagine sociologica, sui sogni della cosiddetta “Generazione Z”, ovvero i nati tra il 1997 ed il 2012.

Si va da quelli più banali, come impossessarsi della stanza preferita in una casa in condivisione. Oppure ricevere un invito alle sfilate di moda, od, ancora, far diventare virale su TikTok un video. In realtà si tratta di una versione riveduta della “Legge di assunzione”, teorizzata da “New Thought” (Nuovo Pensiero) nel 1969. Un movimento eterogeneo composto da associazioni, chiese, scrittori, filosofi e pensatori che avevano la stessa visione del mondo relativa al divino e alla guarigione, basate sulla convinzione secondo cui ciò che si considera vero, prima o poi si concretizzerà.

Entrambe, derivano dalla “legge di attrazione”, secondo cui se si pensa positivo, si avranno azioni positivi. Bastava chiedere a Jovanotti col suo “Penso positivo” del 1994 ed il gioco era fatto, senza scomodare filosofie varie! Ma l’inasprimento di questi atteggiamenti, secondo i critici, possono produrre una sorta di ottimismo tossico, da cui scaturiscono modelli nocivi. Trattandosi, infatti, di video autocompiacenti che funzionano, però, per chi gode di qualche privilegio.

Ovvero giovani donne bianche senza problemi di salute e psicologici, due aspetti che rappresentano un’ottima rampa di lancio verso la fortuna. Per i fautori della sindrome, potrebbe, essere, invece, un buon rimedio per il burnout. Sostengono, infatti, che l’hustle culture, la corrente di pensiero secondo cui bisogna lavorare sempre di più per raggiungere la perfezione, è basta su una concezione autodenigratoria, con la “sindrome della ragazza fortunata”, invece, la vetta si raggiuge restando così come si è, senza tanti stravolgimenti.                                                                                          

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