Ci vuole coraggio per decidere la pace

Purtroppo molti Paesi non spingono su questa direzione e la guerra continua il suo inesorabile corso distruttivo. Ormai siamo ad un passo dalla reale minaccia nucleare dunque il cessate il fuoco diventa un’esigenza vitale non ulteriormente dilazionabile nel tempo. Da un momento all’altro potremo subirne le terribili conseguenze.

Roma – Il Pontefice nell’omelia della messa celebrata allo stadio del Bahrein, il National Stadium, ha esortato i popoli di tutto il mondo a spezzare la spirale della violenza. “…La vera sfida – ha detto Papa Francesco – è imparare ad amare tutti, anche il nemico...”. Poi sui migranti ha invitato a costruire armonia nella diversità e nell’accoglienza. Rispetto all’attesa di pace nella guerra in corso e sulla questione che divide e che riguarda l’invio di armi in Ucraina, ancora non c’è nulla che possa fare ben sperare.

In questa drammatica situazione una cosa è certa: nessuno si assume la responsabilità di una pace. Forse perché una tale incombenza implica anche una presa di posizione, un fare qualcosa davvero. In un momento in cui a molti conviene rimanere a braccia conserte guardando alla finestra. Comunque testimoniare è importante, perché c’è un pensiero di massa che viene continuamente manipolato, in totale assenza di uno spirito critico. Dire, fare, posizionarsi anche contro corrente significa creare il cambiamento, uscire dal binario della massa. Questo è l’invito alla pace. Fin quando, però, questo invito rimarrà solo accennato sottovoce non si otterrà proprio nulla. Nessuno si sente sicuro con le armi nucleari.

Bambine e bambini che vivono in aree di conflitto

Pensiamo se potessimo usare quel denaro per le forniture di armi per assicurare, invece, vaccini e cibo in tutto il mondo. Forse è arrivato il momento di agire per cambiare le cose, il nostro mondo, ma non basta parlare, non è sufficiente per la soluzione del problema. La guerra in corso rende il momento sottoposto a forti tensioni in tutto il globo. Ciò di cui non ci indigniamo abbastanza è che un solo uomo possa minacciare l’umanità intera con l’uso delle armi militari tattiche. È incredibile. Se le persone capissero in che modo vengono utilizzati i soldi delle loro tasse, protesterebbero senza dubbio.

Disturba enormemente che la gente non sappia che il budget utilizzato da ogni Paese per le armi è enorme se lo rapportiamo alla percentuale per l’istruzione, sanità e affari internazionali. Immaginare che cosa si potrebbe fare con la spesa impegnata per gli armamenti fa venire i brividi. Insomma se si potessero usare i fondi destinati alla spesa militare per sanità, istruzione e lavoro potrebbe farsi davvero la differenza. Sono passati 41 anni dall’istituzione della Giornata della Pace e oggi ancora circa 400 milioni di bambine e bambini nel mondo vivono in aree di conflitto. Intanto di fronte alle nuove sfide della guerra russa in Ucraina, il G7 continua a riaffermare il proprio impegno nei confronti di Kiev.

“…Oggi istituiamo un meccanismo di coordinamento per aiutare l’Ucraina a riparare, ripristinare e difendere le sue infrastrutture critiche, energetiche e idriche”, Questo è quanto deciso nel vertice dei ministri del Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti, per rispondere ai continui bombardamenti dell’esercito del Cremlino sulle reti elettriche e sugli edifici civili nelle città ucraine. Al suo primo esordio il nuovo titolare della Farnesina, Antonio Tajani, chiarisce che l’appuntamento per i dettagli di questo meccanismo sulla protezione e la ricostruzione delle infrastrutture critiche ucraine è fissato per il 13 dicembre a Parigi, dove si svolgerà la conferenza internazionale sul “sostegno alla resilienza civile” dell’Ucraina.

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