Ci può essere estate senza i tormentoni?

Siamo ancora in piena estate e col gran caldo, puntuali come le tasse, ecco ri-spuntare i tormentoni. Quelle canzonette i cui ritornelli accompagnano l’estate degli italiani. Alcuni hanno fatto epoca.

Roma – A volte sono divertenti e trasmettono buonumore. Altre, sono come una litania continua, costante, quasi maniacale di cui non si riesce a liberarsene. Come mai alcune canzoni restano così impresse nella nostra memoria? Ebbene, la neuropsicologia ha cercato di dare una risposta scientifica, a questo interrogativo Si tratta di una disciplina che studia i processi cognitivi e comportamentali, correlandoli coi meccanismi anatomo-fisiologici a livello del sistema nervoso che ne sottendono il funzionamento.

Ritornelli orecchiabili

E’ emerso che alcune canzoni con un ritornello orecchiabile, cioè composto da note semplici che si succedono rapidamente, tendono a restare indelebili nella memoria. Inoltre, un altro aspetto assume un ruolo rilevante ed è la familiarità, cioè la quantità di volte che i vari media ci propinano il tormentone. Infine, la capacità della musica di essere ascoltata in profondità dal nostro cervello. C’è da considerare che un “pezzo” viene ascoltato in alcuni frangenti e non in altri. Questo fenomeno è legato all’ esperienze che si stanno vivendo in quel determinato momento. Per cui, se mentre si ascolta un brano e si scatena un pensiero, questi, a sua volta, farà ricordare lo stesso motivo.

E’ come se venisse generato un meccanismo amplificato. I ricordi nella nostra memoria resteranno fissi, netti e incancellabili. Basta una nota, anche a distanza di tempo e la mente svolazza a quell’estate. A quel momento particolare. Il meccanismo che si innesca coinvolge tutte le parti della corteccia celebrale, ovvero tutte quelle zone destinate per mestiere, diciamo così, alla percezione uditiva, all’elaborazione delle emozioni e, finanche, di pensieri spontanei, alla formazione e al recupero delle reminiscenze. Chi l’avrebbe mai detto che una canzoncina spesso stupida, mette in moto un meccanismo molto complesso nel nostro cervello? Gli studiosi hanno dato pure una definizione scientifica al termine “tormentoni”.

Effetti dei tormentoni musicali

Vengono, infatti, chiamati “Involuntary musical imagery” in quanto appaiono involontariamente e sono melodie che si ripetono mentalmente dal “vivo”. Per alcune persone i tormentoni possono, però, avere effetti negativi. Ad esempio, per chi soffre di “disturbi ossessivo-compulsivi”, questi motivetti rappresentano una sorta di intrusioni. Fastidiose e moleste, restando fissi nella mente in modo non proprio piacevole. La musica, quindi, come ha dimostrato la ricerca scientifica sui tormentoni, ha un effetto consistente sul cervello umano. I suoni hanno qualcosa di ancestrale, tanto è vero che esistevano prima del linguaggio. Per questo motivi, il cervello ha una sensibilità molto marcata nei confronti della musica. Quindi, meglio rassegnarsi, anche quest’estate i tormentoni ci accompagneranno fino allo sfinimento!

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