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CHI HA FULMINATO LUCA E MARIROSA?

Depistaggi e indagini approssimative contribuirono ad allontanare la verità da un caso giudiziario controverso e, per certi aspetti, ancora oggi avvolto nel più fitto mistero. Olimpia Fuina Orioli, non ha mai creduto alla morte accidentale del figlio e della sua ragazza. Diverse persone erano a conoscenza di ciò che accadde in quel bagno degli orrori.

POLICORO – Uccisi o folgorati i fidanzatini di Policoro? Dopo ben 32 anni dell’inchiesta che fece scalpore non solo in Italia rimane ben poco. Archiviazioni e riaperture del caso che non hanno portato a nulla se non a riaprite ferite mai rimarginate nei congiunti dei due poveri ragazzi. Era il 23 marzo 1988 quando Luca Orioli, 20 anni, e Marirosa Andreotta, 22, furono ritrovati cadaveri nel bagno di casa della ragazza.

Il bagno della morte.

All’epoca dei fatti le indagini vennero affidate ai carabinieri, alcuni dei quali pare fossero già entrati in casa Andreotta subito dopo la morte dei due ragazzi e a seguito della chiamata della madre di Mariarosa che avvisava i militari del ritrovamento dei due cadaveri. Questo inquietante particolare non fu mai chiarito. Le successive perizie aveva orientato le investigazioni in quattro direzioni diverse. La prima: i due ragazzi erano stati fulminati da una scarica elettrica originatasi dallo scaldabagno. L’ipotesi aveva retto bene tanto che alle due vittime non venne effettuata l’autopsia. La seconda perizia addossò la colpa ad una scarica elettrica proveniente da un filo non isolato. Terza ipotesi: avvelenamento da monossido di carbonio fuoriuscito dallo scaldabagno sopra la vasca. La quarta: duplice omicidio. Il 27 gennaio 1996 furono riesumate le salme ma il radiografo per fare le lastre si era guastato e non furono possibili altri accertamenti strumentali. Si parlò di morte per una scarica elettrica accidentale.

Luigi De Magistris, all’epoca pubblico ministero.

Nel 2013 l’inchiesta era stata definitivamente chiusa ma non per la mamma del povero Luca, Olimpia Fuina Orioli, che osteggiò in tutti i modi possibili la perizia di Introna tanto da nominare un pool di periti. La donna aveva messo in dubbio che la perizia fosse stata eseguita sul corpo di un’altra persona e non su quello del figlio. Il professor Introna aveva respinto questa grave accusa presentando agli atti un video girato dai carabinieri che lo ritraeva mentre sezionava il corpo di Luca Orioli. Per il medico legale Luca aveva inspirato il gas e si sarebbe sentito male mentre Marirosa sarebbe subito svenuta urtando la nuca sulla manopola del rubinetto della vasca dentro la quale sarebbe poi annegata. Luca avrebbe tentato di soccorrere la fidanzata ma il gas gli aveva provocato una forte astenia tanto da riuscire ad afferrare la ragazza solo per una gamba prima di entrare in coma. Di contro i periti di parte accertarono che in casa sia il riscaldamento che lo scaldabagno si trovavano al massimo delle calorie che potevano erogare mentre l’impianto elettrico era in ordine.

Il professor Francesco Introna, medico legale.

Altri due particolari strani: la giacca di Luca verrà ritrovata appesa su una sedia della cucina mentre rimarrà ignoto chi avrebbe coperto i genitali del giovane con i suoi jeans.  Per altro in casa Andreotta non verranno mai ritrovati una scarpa ed un calzino di Luca e tutti i vestiti di Marirosa. Furono invece ritrovati nel bagno, in perfetto ordine, tutti gli indumenti intimi della ragazza:”…Il processo è partito con il piede sbagliato – disse l’avvocato Marazzita – attività di indagine sbagliata, alterata, inquinata come la scena del crimine. Quindi tutte le perizie sono esercitazioni scientifiche senza un significato. Stabiliamo una volta per tutte che non è una morte accidentale…”.

Olimpia Fuina Orioli, convinta che il figlio Luca e la sua fidanzata sono stati uccisi

Parole che rimasero inascoltate. Le stesse del supertestimone, il fotografo Salvatore Cerabona, che aveva dichiarato la manomissione della scena del crimine che aveva fotografato alla presenza dei carabinieri. Davanti al Pm De Magistris l’uomo ritrattò ogni cosa prima di scomparire per sempre.

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