Le analisi, di natura medico-legale, genetica e merceologica, mirano a chiarire le circostanze della morte della 63enne triestina.
Trieste – Un pacchetto di nuovi accertamenti tecnici saranno affidati martedì prossimo ai periti dal pubblico ministero Ilaria Iozzi, titolare dell’inchiesta sulla morte di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022 in un boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni.
Incaricato degli accertamenti irripetibili sarà un team composto da composto da Cristina Cattaneo, Stefano Tambuzzi, Elena Pilli, Rosario Casamassima e Oscar Ghizzoni. Questi approfondimenti, che integrano la super perizia medico-legale depositata a marzo 2025, saranno di natura medico-legale, genetica e merceologica, e vedranno la partecipazione dei consulenti tecnici di parte nominati dalla famiglia Resinovich e da Sebastiano Visintin, marito di Liliana, indagato per omicidio.
Il supplemento alla consulenza medico-legale si basa sul lavoro già svolto dall’antropologa forense Cristina Cattaneo, affiancata dai medici legali Stefano Tambuzzi e Biagio Eugenio Leone e dall’entomologo Stefano Vanin. La loro perizia, consegnata a marzo 2025, ha escluso il suicidio, indicando l’asfissia meccanica esterna come causa della morte e ipotizzando l’intervento di una terza persona. Ora, il nuovo incarico amplia il pool di specialisti per approfondire elementi ancora incerti.
Gli accertamenti, come specificato dal quotidiano Il Piccolo, non hanno un focus dichiarato, ma potrebbero riguardare approfondimenti genetici sui peli trovati sugli indumenti e sui sacchetti, analisi merceologiche su guanti, spago o altri oggetti sequestrati a casa di Visintin, e ulteriori esami sulle lesioni, come la frattura alla vertebra T2, il cui significato è ancora dibattuto.