Le domande e i dubbi sono ancora tanti affinché si possa far luce sul giallo di Caronia. La vicenda potrebbe avere un esito logico soltanto se soggetti terzi avessero partecipato ad una eventuale azione delittuosa.
Caronia – “…È credibile la tesi (apprendo dalla stampa) del bambino morto per causa dell’incidente? No. Per le seguenti ragioni:
1) l’incidente occorso è di lieve entità.
2) se fossero emerse tracce ematiche, dall’analisi della vettura sottoposta a sequestro, stante il clamore suscitato dalla vicenda lo avremmo già saputo.
3) Viviana era morbosamente legata al proprio figlio. Secondo una ricostruzione siffatta avrebbe preferito guadagnare la fuga piuttosto che (quantomeno) tentare di soccorrerlo.
4) La tempistica dei fatti pare sia stata fulminea: Viviana, pertanto, avrebbe, in via immediata, deciso che fosse più utile tutelare se stessa piuttosto che Gioele e, quindi, guadagnato la fuga.
5) Alcuni dei presenti sulla scena dei fatti non si limitano ad un rapido transito ma cercano di prestare soccorso: possiamo ritenere probabile che non si fossero accorti degli esiti di un incidente in danno del bambino?”
Claudio Mondello, cugino e legale di Daniele, marito di Viviana Parisi e padre del piccolo Gioele, continua ad esternare sui social le proprie riflessioni sul giallo di Caronia. La famiglia di Viviana non crede all’ipotesi del bimbo morto a seguito dell’incidente e nemmeno a quella dell’omicidio-suicidio. Sembra invece propendere per l’interferenza di una terza persona o per l’aggressione di animali. Dall’autopsia, infatti, sarebbero stati riscontrati alcuni morsi di animali nelle gambe della dj di Torino.
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Ieri a Caronia è stato interrogato a lungo il proprietario di due rottweiler che vive nella zona del ritrovamento del corpo della 43enne. La donna e il piccolo sono stati aggrediti dai due grossi molossoidi? Gli inquirenti, però, prendono tempo e fanno sapere che solo gli esami approfonditi dell’autopsia potranno chiarire se i morsi sul corpo della donna possano essere compatibili con un’aggressione da parte di animali selvatici o di cani.
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Un altro elemento che non torna, poi, è che le scarpe di Viviana non erano sporche di terra. Come avrebbe fatto a camminare per la boscaglia e seppellire il bambino senza sporcarsi? Quel che è certo in questa vicenda, ancora tutta da chiarire, è che Viviana ha mentito al marito e che la donna soffriva di crisi depressive acute. Alla nota disk-jockey era stata diagnosticata una psicosi e, secondo un referto medico dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, la donna soffriva di manie di persecuzione. Aspetto, questo, taciuto inizialmente dal marito. Tutti confermano che Viviana era quasi morbosamente attaccata a Gioele e pare anche che nell’ultimo periodo, proprio a causa dei suoi problemi di salute, temeva che i servizi Sociali del Comune di residenza potessero portarle via il figlio.
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Il suo allontanamento, con la bugia detta al marito, potrebbe essere un tentativo di fuga? Le risposte al giallo di Caronia vanno ricercate proprio nei problemi psichici di Viviana Parisi? Restano comunque aperti i tanti, troppi interrogativi sul buco dei 22 minuti con la deviazione a Sant’Agata di Militello e su ciò che è accaduto subito dopo l’incidente. Nessuno ha visto niente o notato qualcosa di strano? Questo è quello che continuano a chiedersi e chiedere Daniele Mondello e il procuratore di Patti Angelo Cavallo. Perchè i testimoni non si presentano? Temono solo perdite di tempo o qualcos’altro? Intanto stamattina è iniziato il 14esimo giorno di ricerche del piccolo Gioele Mondello.
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