Il giro riguarda 17 penitenziari e mira a verificare le condizioni di detenzione: nel mirino sovraffollamento e carenza cronica di personale.
Torino – È partito dal capoluogo piemontese il tour dei Radicali Italiani nei 17 istituti minorili italiani per verificare le condizioni di detenzione e gli effetti del decreto Caivano. “Al Ferrante Aporti – ha dichiarato Filippo Blengino, segretario dei Radicali Italiani – i detenuti sono a quota 51, a fronte di una capienza regolamentare di 46. Le condizioni delle celle visitate sono abbastanza buone: non ci sono più materassi buttati a terra. Come in tutti gli istituti minorili, però, resta il problema della salute mentale. Sono attive diverse iniziative educative e formative interessanti, ma il numero di mediatori culturali è insufficiente: solo quattro, troppo pochi per una struttura che ospita un’alta percentuale di detenuti stranieri”.
Inoltre, la “copertura medica è garantita solo per quattro ore al giorno. Rimangono i problemi comuni – prosegue – a tutti gli istituti: un sovraffollamento fuori controllo che rende difficile la gestione di ragazzi che necessitano di spazi migliori, dove il reinserimento sociale non sia solo un’utopia”. Blengino ha visitato, insieme alla consigliera regionale del Piemonte Vittoria Nallo, il carcere ‘Lorusso e Cutugno’.
“Torniamo al ‘Lorusso e Cutugno’ dopo la visita di agosto, ma purtroppo la situazione delle carceri italiane non è cambiata: sovraffollamento, cronica carenza di personale, strutture fatiscenti. Una tragedia silenziosa che attende ancora le riforme promesse e mai realizzate. Al Lorusso e Cutugno la carenza di educatori è drammatica: solo 10, ovvero uno ogni 140 detenuti. Anche i mediatori culturali sono pochissimi. Se non si affronta seriamente la questione carceraria, si rischia il collasso. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo”, hanno commentato il segretario dei Radicali Italiani e Nallo.
A novembre scorso il dossier “Tutti dentro” pubblicato dalla ‘lavialibera’, la rivista di Libera e Gruppo Abele, realizzato in collaborazione con l’associazione Antigone, ha evidenziato come ci sia stata una impennata di presenze negli istituti penali e di provvedimenti di pubblica sicurezza: i primi nove mesi del 2024, ad un anno dal decreto Caivano, hanno fatto registrare un numero record di misure punitive emesse nei confronti dei minorenni. In particolare nell’ultimo anno, si legge nel dossier, i provvedimenti destinati ai minori sono più che raddoppiati, passando dai 380 del 2023 agli 819 dei primi nove mesi del 2024, e rappresentano oggi il 20% del totale. La metà (431) è rappresentata da avvisi orali del questore, misura di “prevenzione della violenza giovanile” introdotta dal decreto insieme all’ammonimento.