Carceri: la carneficina continua, 24 suicidi. Aperta un’inchiesta ad Avellino

I sindacati di Polizia penitenziaria continuano a lanciare l’allarme. Di Giacomo: “Aumento dei casi del 40% tra i detenuti con disagio psichico”.

Trieste – In carcere si continua a morire. In poche ore ci sono due notizie che riempiono il bollettino di morte. Un suicidio a Trieste, un detenuto egiziano di 28 anni e l’apertura di una inchiesta dalla Procura di Avellino sulla morte di un detenuto di 48 anni che si è tolto la vita all’interno della sua cella nel carcere del capoluogo irpino. A fare la scoperta, nella tarda serata di ieri, sono stati gli agenti penitenziari che hanno tentato di rianimarlo in attesa dell’arrivo dei sanitari del 118. Il detenuto, tossicodipendente, era originario di Montoro (Avellino) e stava scontando una condanna per spaccio di sostanze stupefacenti. La salma, su disposizione della Procura, è stata sequestrata. È il secondo suicidio di un detenuto nel carcere di Avellino nel giro di un mese e mezzo.

“Con il detenuto di 48 anni, tossicodipendente, di origini campane, che ieri si è tolto la vita nel carcere di Avellino, sono tre i suicidi in un solo giorno (dopo Avellino, a Trieste un egiziano di 30 anni e a Genova un italiano di 70 anni); negli ultimi otto giorni sono sei i suicidi (2 a Verona e 1 a Foggia) per un totale di 24 dall’inizio dell’anno. Con questo tremendo trend rischiamo di superare il record dello scorso anno, l’anno più nero con 91 suicidi. Morire in carcere non può essere derubricato ad evento ordinario”. Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.PP. per il quale “si conferma l’identikit del detenuto suicida che abbiamo delineato in questi giorni, vale a dire per età sempre più giovane, che in media già nel 2024 si è abbassata alla fascia under 35enni, per problemi mentali con l’aumento del 40% di suicidi tra detenuti con disagio psichico che non avrebbero dovuto trovarsi in istituti penitenziati, tra i tossicodipendenti che sono un terzo della popolazione carceraria e cresce il numero di stranieri soprattutto nord-africani”.

“Da quanto apprendiamo ancora in maniera sommaria, un detenuto egiziano di 28 anni si è suicidato nella notte presso la casa circondariale di Trieste. È il 23esimo ristretto che dall’inizio dell’anno si toglie la vita, cui bisogna aggiungere un operatore. Una carneficina inenarrabile che trova inerte il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo Meloni”, comunica il segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio.

“Anche a Trieste vi è un fortissimo sovraffollamento, sono 230 i detenuti presenti a fronte di 133 posti disponibili, e una pesante carenza di agenti di Polizia penitenziaria, 128 le unità assegnate quando ne servirebbero 182 – prosegue -. Ciò, peraltro, si inserisce in un contesto nazionale che vede 16mila detenuti oltre la capienza carceraria e più di 18mila unità mancanti agli organici del Corpo di polizia penitenziaria. Molte, inoltre, le deficienze strutturali, infrastrutturali, organizzative e persino nell’assistenza sanitaria e psichiatrica. Servono subito misure deflattive della densità detentiva, per potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, per assicurare l’assistenza sanitaria e, parallelamente, vanno avviate riforme complessive di sistema”.

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