Capitano Ultimo sulle orme di San Francesco

Il coraggioso comandante dei Ros, che tutti ricordiamo per l’arresto del boss Totò Riina, oggi e un attivo pensionato dell’Arma che si occupa di una comunità per giovanissimi con problemi d’inserimento nella società. De Caprio gestisce anche una mensa dei poveri ed altre strutture di assistenza al prossimo:”… Sono rimasto sempre un carabiniere il cui compito è quello di aiutare la gente…”.

Roma – Da carabiniere comandante dei Ros e dei Noe all’assessorato all’Ambiente della Regione Calabria, da fondatore di una casa famiglia a patron di una emittente tv in streaming. Che cosa farà in futuro Capitano Ultimo?

Una delle strutture che si occupano di disagio gestire dai volontari che fanno capo a Ultimo

Sergio De Caprio, 61 anni, originario di Montevarchi, in provincia di Arezzo, ex colonnello dei Carabinieri in pensione anticipata dal 2020, è noto ai più per l’arresto del boss corleonese Totò Riina a cui aveva messo le manette il 15 gennaio del 1993. All’arresto seguirono problemi giudiziari per via della mancata perquisizione nell’abitazione del capo di Cosa Nostra subito dopo il suo fermo. Dalla vicenda De Caprio ne usciva indenne con un’assoluzione del tribunale di Palermo perché il fatto non costituiva reato.

Poi il passaggio ai Nuclei operativi ecologici e la quiescenza dall’Arma sino all’esperienza politica in Calabria dove la compianta presidente Jole Santelli lo nominava assessore all’Ambiente, riconfermato nella carica dal presidente facente funzioni Antonino Spirlì, dopo la morte della governatrice regionale. De Caprio rimane assessore sino al 29 ottobre 2021 e una volta scaduto il mandato si trasferisce a Roma dove realizza la casa famiglia Volontari Capitano Ultimo”, centro per la rieducazione in alternativa alla detenzione di giovani che hanno avuto problemi con la giustizia e minori i cui genitori costituiscono un pregiudizio per la loro crescita sana sino ai 18 anni:

Ultimo con Rita Dalla Chiesa

”…Dall’Arma ad occuparmi di ragazzi con problemi il passo è stato semplice – dice De Caprio – donarsi per gli altri senza chiedere nulla in cambio è l’insegnamento che ci ha dato il carabiniere più grande di tutti i tempi: Carlo Alberto Dalla Chiesa. Questo significa prendersi cura di chi è stato abbandonato, di chi non ha nulla. Chi si trova in queste condizioni subisce una violenza più grande rispetto a chi viene colpito dalla mafia. Chi non ha da mangiare, chi non può lavarsi, chi rimane in queste condizioni muore due volte perché perde la dignitàIl carabiniere deve aiutare le persone, deve difenderle dunque aiutare i ragazzi che non hanno famiglia è il minimo che possiamo fare…”.

La struttura è molto grande e al suo interno sono ubicati una chiesetta, un ristorante, gli opifici dove si lavora il pellame e i tessuti, una scuola di falconeria ma anche una pasticceria artigianale, un’erboristeria e di seguito l’orto e gli animali oltre agli edifici che ospitano i giovani ed il personale volontario:

Ultimo a messa con i suoi volontari

”…L’azione educativa è volta alla cultura della legalità, della solidarietà e della tutela dell’ambiente – aggiunge De Caprio – attraverso attività formative ed iniziative organizzate da qualificati volontari esperti in scienze ambientali e da professionisti che hanno avuto esperienze dirette in attività di contrasto alla criminalità organizzata ed ambientale…”.

Insomma una scuola che forma i giovani a tutto tondo e li aiuta a distinguere, soprattutto, il bene dal male sostituendo l’effimero con i veri valori ideali. A Ultimo manca l’Arma. Si percepisce dal suo sguardo spesso malinconico ma sempre fiero, da militare tutto d’un pezzo:

”…Mi manca la battaglia tecnica – aggiunge De Caprio – mancano i miei carabinieri, il loro sguardo, la fratellanza militare, che è una cosa bellissima. Spesso mi guardo intorno e cerco i loro occhi, il loro coraggio, la loro umiltà, la loro semplicità, che tengo sempre nel cuore…”.

Il monumento all’Arma dei Carabinieri

Eppure Ultimo, se tornasse indietro nel tempo, non rifarebbe le stesse cose e ne spiega il motivo:

”…Se tornassi indietro magari farei una vita completamente diversa – conclude De Caprio – come se guardassi una partita dopo averla giocata potrei decidere di conseguenza. Comunque mi donerei con la stessa intensità, perché non c’è cosa più bella che combattere per il popolo. Da questo punto di vista mi ritengo un privilegiato…”.

De Caprio davanti alle telecamere di Ultimo Tv

Ultimo è stato sempre primo in tante occasioni e continuerà ad esserlo anche nella sua ultima iniziativa che è stata avviata lo scorso 15 gennaio 2022, in occasione del 29mo anniversario dell’arresto di Totò Riina. Si tratta di “Ultimo TV“, progetto televisivo realizzato con il regista Ambrogio Crespi. ”…Daremo voce a chi non ce l’ha – giura De Caprio – alla gente che soffre…”.

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