Milioni di persone vivono sotto la soglia della povertà. Sarebbe meglio dire che sopravvivono e fra queste ci sono milioni di bambini che abbiamo l’obbligo di aiutare. Un sostegno consapevole e condiviso che dobbiamo promuovere e divulgare affinché la carità non rimanga soltanto una parola al vento.
Roma – Oggi si celebra la Giornata internazionale della Carità istituita dall’assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre del 2012, con la risoluzione A/RES/67/105 che afferma come “la carità può contribuire alla promozione del dialogo tra persone di diverse culture e religioni, come pure la solidarietà e la comprensione reciproca”.
La data non è stata scelta a caso ma per commemorare l’anniversario della morte avvenuta nel 1997 di santa Teresa di Calcutta, premio Nobel per la Pace 1979. Non dovrebbe essere una giornata nazionale a ricordarci l’importanza della solidarietà globale per sconfiggere la povertà e del valore di donare, di privarci anche di poco di ciò che per noi è superfluo per il bene degli altri.
Viviamo la povertà come fosse una cosa lontana e ce ne ricordiamo solo quando ci viene sbattuta in faccia da immagini esplicite di associazioni umanitarie o dagli spot dell’8×1000. Non conosciamo la povertà: il nostro piatto è sempre colmo, la nostra casa è calda d’inverno e fresca d’estate il nostro armadio è pieno zeppo di vestiti adatti ad ogni stagione.
Milioni di persone non hanno niente di tutto questo, al contrario patiscono la fame e le intemperie. Quest’anno dovremmo celebrare questa giornata in piena consapevolezza e in maniera appropriata sensibilizzando tutti a compiere gesti di beneficienza in favore dei più deboli. Anche a seguito delle sofferenze causate dalla pandemia che hanno rincarato la dose sui più poveri e derelitti.
Ricordiamo che il cibo in abbondanza non è così scontato per tutti, non deve essere sprecato e va condiviso con i meno fortunati. Nell’inno alla Carità (prima lettera ai Corinzi) San Paolo di Tarso attribuisce alla carità un ruolo essenziale: “Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo per essere arso, e non avessi la carità, non mi gioverebbe a nulla”.
La carità è generosità: suscita un vero legame sociale e concorre alla creazione di società inclusive e maggiormente resilienti. La carità è condivisione e può alleviare gli effetti peggiori delle crisi dell’umanità e rafforzare i servizi pubblici: sanità, istruzione, protezione minori, alloggi. Favorisce il progresso della cultura, della scienza, della protezione del patrimonio naturale e culturale.
La carità è benevolenza: diffonde messaggi umanitari nei territori di conflitto, promuove i diritti degli emarginati e dei diseredati e contribuisce al dialogo di tra persone di culture diverse.