BLOOMBERG VA ALLA GUERRA

il miliardario di 77 anni ha rotto gli indugi: si candiderà alle primarie democratiche e poi darà l’assalto a Trump.

“Non possiamo sopportare altri quattro anni di azioni spericolate e disoneste del presidente Donald Trump. Egli rappresenta una minaccia esistenziale per il nostro Paese e i nostri valori. Se vince un altro mandato, potremmo non riprenderci più dal danno”

 Con queste parole in formato video, Michael Bloomberg, sindaco di New York per ben 12 anni (dal 2001 al 2013), imprenditore e politico, ha ufficialmente dichiarato di volersi presentare alle primarie del partito democratico, di volerle vincere e di voler sfidare Trump alle successive presidenziali.

Bloomberg è a capo di un impero editoriale di 2700 giornalisti e di oltre 19 mila persone in 69 Paesi, che include anche la vendita di dati finanziari. Si tratta insomma di un profilo non così dissimile da quello di Trump, e di certo non di “sinistra – sinistra”.

Secondo Forbes, si tratta, nell’anno corrente, dell’ottavo uomo più ricco del mondo.

Anche la sua carriera politica non sembra brillare per coerenza: Bloomberg, nato democratico, era però transitato e stato eletto nelle file del partito repubblicano; poi, per un periodo, si era dichiarato indipendente e, infine, era tornato nelle fila democratiche.

Bloomberg ha ben 77 anni, e questo sembra uno dei principali argomenti a suo sfavore nella battaglia che si appresta ad avviare. Voci di corridoio lo vogliono in ticket con una vicepresidente donna, giovane e di colore, proprio per cercare di far dimenticare il proprio profilo, non esattamente moderno e attrattivo per un certo elettorato democratico.

L’altro tema critico che lo contraddistingue è il potenziale conflitto di interessi: in precedenza, infatti, Bloomberg si era impegnato a separarsi dalla sua fondazione e dal suo business nel caso si fosse candidato per la Casa Bianca ma ad oggi non è chiaro se e come lo farà.

I sondaggi, però, sembrano dargli notevole credito, sia per quanto riguarda le primarie del partito (gli altri candidati sono tutti piuttosto deboli) sia in un ipotetico scontro a due con Donald Trump.


In Italia, Matteo Renzi ha subito salutato con favore la sua discesa in campo, chiosando “le elezioni si vincono al centro”.

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