“Tracce di urina sul materasso”: il piccolo Angelo era vivo quando fu abbandonato nella culla termica a Bari

Confermato il decesso per ipotermia tra le 4 e le 10 ore dopo l’abbandono. Indagati per omicidio colposo il parroco e il tecnico che riparò la culla termica dopo il blackout.

Bari – Il neonato trovato morto nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista, il 2 gennaio scorso, era ancora vivo al momento dell’abbandono. Lo ha stabilito la perizia del genetista Carlo Previderè dell’Università di Pavia, incaricato dalla Procura di Bari per far luce sulle cause della morte del piccolo, ribattezzato simbolicamente “Angelo”.

Il genetista ha individuato tracce di urina sul materassino della culla, riconducibili al neonato: un elemento che conferma la sua sopravvivenza dopo essere stato depositato nella struttura. L’autopsia ha stabilito che la causa del decesso è stata l’ipotermia, sopraggiunta tra le 4 e le 10 ore successive all’abbandono.

Il sistema che avrebbe dovuto salvarlo non ha funzionato

Le indagini hanno rivelato gravi malfunzionamenti nella struttura che avrebbe dovuto proteggere e allertare i soccorsi. In particolare, il materassino sensorizzato non sarebbe stato idoneo a rilevare il peso del neonato, impedendo così l’attivazione dell’allarme e della chiamata automatica al cellulare del parroco, don Antonio Ruccia.

Inoltre, secondo la consulenza tecnica disposta dalla Procura, il locale in cui era installata la culla era inadeguatamente riscaldato: il climatizzatore, fondamentale per mantenere una temperatura sicura, avrebbe rilasciato aria fredda a causa di una perdita di gas, peggiorando così le condizioni ambientali.

Le indagini e gli indagati

Per la morte del piccolo Angelo, la Procura di Bari ha iscritto nel registro degli indagati don Antonio Ruccia e il tecnico Vincenzo Nanocchio, che nel dicembre 2023 aveva sostituito l’alimentatore della culla termica dopo un blackout. L’ipotesi di reato è omicidio colposo.

Parallelamente, si indaga anche per abbandono di minore a carico di ignoti, ma gli ultimi sviluppi, che indicano che la culla non fosse in grado di garantire il funzionamento promesso, potrebbero portare a uno stralcio di questa pista.

Con l’ultima consulenza tecnica in mano, si avvicina la chiusura delle indagini, mentre resta il vuoto e la rabbia per una tragedia che avrebbe potuto essere evitata, se solo il sistema avesse funzionato come previsto.

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