Bankitalia impietosa: siamo messi male. Urge pensare a cose serie

La crisi economica che flagella il nostro Paese ha messo in ginocchio molte famiglie. Scenario confermato dal Rapporto sulla stabilità finanziaria, stilato dalla Banca centrale italiana.

Roma – Un Paese instabile. Il fatto di essere immersi in una grave crisi economica ed energetica lo viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle, soprattutto quando si va a fare la spesa al supermercato e quando ci sono da pagare le bollette energetiche. Ora anche Bankitalia ci ha confermato che siamo con le “pezze al culo“.

Nel suo ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria ha previsto un peggioramento delle prospettive di crescita e un forte rischio per la stabilità finanziaria nel suo complesso. La situazione generale delle famiglie è peggiorata a causa dell’elevata inflazione, anche se si riesce a tenere botta poiché l’indebitamento resta stabile e basso nei confronti degli altri Paesi. È cresciuto, anche se di poco, il costo medio dei prestiti, anche se resta ancora su valori accettabilmente bassi.

Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia.

Secondo Bankitalia, nonostante le nuove erogazioni abbiano registrato un lieve aumento del loro costo, tuttavia l’onere generale del servizio del debito ha evitato l’esposizione a consistenti rialzi. Il sistema delle banche dal punto di vista finanziario ha risentito della frenata dell’attività economica, dovuta all’aumento dei costi energetici e dei tassi d’interesse. Durante il periodo estivo è cresciuto l’indebitamento delle imprese di grandi dimensioni, mentre quelle più piccole hanno patito un rallentamento dei finanziamenti. La situazione generale delle banche parrebbe solida. Tuttavia l’indebitamento del mercato, l’inflazione che non accenna a togliere il disturbo e gli effetti della crescita dei tassi d’interesse, potranno avere un’incidenza negativa sui loro bilanci.

Negli ultimi tempi gli attivi bancari sono stati di buon livello e i prestiti deteriorati, ovvero quelli che non saranno risarciti, si sono mantenuti a un livello basso. In futuro la crescita del costo del debito potrà influenzare negativamente il rimborso dei prestiti da parte di imprese e famiglie, con effetti sulla qualità del credito. Il rapporto di Bankitalia prosegue nell’analisi delle condizioni della finanza pubblica, che ha avuto effetti benefici dalla ripresa economica del 2021 e dai primi 9 mesi del 2022. Per migliorare la politica di riduzione dell’indebitamento netto e del debito pubblico rispetto al PIL (Prodotto Interno Lordo), ovvero la ricchezza prodotta da uno Stato, bisogna necessariamente tenere sotto controllo il livello della spesa pubblica, anche grazie all’utilizzo e all’attuazione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Una parte del Rapporto 2022 di Bankitalia, relativa al mercato immobiliare.

Questo tipo di analisi fanno storcere la bocca ai comuni cittadini che, dovendo sbarcare il lunario, fanno i salti mortali per mettere insieme il pranzo con la cena, soprattutto le famiglie numerose. Inoltre di politica finanziaria ne masticano ben poca, perché non sono nelle condizioni materiali di farlo. Che la turbolenza finanziaria possa avere ripercussioni sulle famiglie e le piccole imprese, non deve dircelo la pur prestigiosa Bankitalia. Perché famiglie e piccole imprese sono involontari protagonisti di tali turbolenze e il conto salato lo stanno pagando tutti i giorni. Infine, l’invito a mantenere sotto controllo la spesa pubblica è sacrosanto. Ma alla fine, invece di andare a scalfire le rendite e i privilegi finanziari, si va a toccare il welfare state. Com’è successo con il disegno di legge di bilancio per l’anno 2023, con la riduzione degli investimenti nella sanità. Mentre c’è chi blatera del Ponte sullo stretto!

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