Aumenta di 2 miliardi il “gruzzolo” dei miliardari di fronte a famiglie in bolletta

Nel 2024 ricchezze lievitate in modo vertiginoso e veloce. Sono oltre 3,5 miliardi le persone che vivono sotto la soglia di povertà.

Roma – Nel mondo il divario tra ricchezza e povertà aumenta vertiginosamente. Se le statistiche dicono che la povertà è ereditaria, soprattutto in Italia, nuovi dati raccontano di trilionari in ascesa. Il nuovo rapporto di Oxfam “Disuguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata”, mette nero su bianco questa estrema disparità economica. Nel 2024 infatti il numero dei miliardari nel mondo ha raggiunto quota 2.769, con un incremento rispetto ai 2.565 del 2023. La ricchezza complessiva dei miliardari è passata da 13.000 a 15.000 miliardi di dollari in soli 12 mesi. Nel contempo, il numero assoluto di individui che vivono sotto la soglia di povertà di 6,85 dollari al giorno rimane invariato dal 1990, con oltre 3,5 miliardi di persone in questa condizione.

Secondo le stime di Oxfam, se le attuali tendenze dovessero continuare, ci vorrebbero più di cento anni per portare l’intera popolazione mondiale sopra questa soglia. Il rapporto redatto dall’organizzazione impegnata nella lotta alle disuguaglianze, in occasione dell’apertura dei lavori del World Economic Forum di Davos è impietoso. C’è una crescita accelerata e vertiginosa dei Paperoni. Nel 2024, è aumentata di 2.000 miliardi di dollari, crescendo tre volte più velocemente rispetto al 2023. Ogni giorno, in media, si sono aggiunti 5,7 miliardi di dollari al loro patrimonio, mentre ogni settimana si sono configurati 4 nuovi miliardari.

Un altro dato da prendere in esame è che più di un terzo della ricchezza dei miliardari è ereditata e che ogni anno il Nord del mondo “estrae” quasi 1.000 miliardi di dollari dal Sud. L’1% più ricco di questa parte del mondo ne beneficia per oltre 30 milioni di dollari. In sostanza, i Paesi ad alto reddito detengono il 69% della ricchezza globale, pur rappresentando solo il 21% della popolazione mondiale. Inoltre, i 10 uomini più ricchi al mondo hanno visto aumentare la loro ricchezza di quasi 100 milioni di dollari al giorno. Qualora il 99% dei loro patrimoni “evaporasse” da un giorno all’altro, sostiene Oxfam, “rimarrebbero comunque miliardari”.

“L’incapacità di contenere la concentrazione di ricchezza tende a consolidare il potere nelle mani di pochi e generare Paperoni trilionari”, ha dichiarato Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia. Per questo “un’inversione di tendenza è necessaria, ma il contesto politico la complica. La precarizzazione economica e la marginalizzazione culturale di ampie fasce della popolazione favoriscono proposte politiche identitarie – come quelle che si vanno radicando negli Stati Uniti, con la rielezione di Donald Trump, e nel vecchio continente – che mirano a creare artificiose contrapposizioni tra gli emarginati. Una strategia che permette di tenere in secondo piano il mancato raggiungimento di risultati economico-sociali a beneficio dei più vulnerabili, mentre persegue politiche che avvantaggiano chi è già in posizione di privilegio. Così, l’obiettivo di un’economia più inclusiva e una società più dinamica ed equa”.

Secondo Oxfam, parte della crescita della ricchezza dei miliardari è riconducibile a sistemi di relazioni clientelari e, soprattutto, è intrecciata con il grande potere di mercato esercitato dalle imprese che controllano o dirigono. Le cinque aziende più grandi al mondo hanno ricavi superiori al Pil di decine di Paesi e al reddito combinato dei 2 miliardi di persone più povere del pianeta (1/4 della popolazione mondiale). Si tratta, secondo l’organizzazione, di una plastica rappresentazione del potere monopolistico in azione, che garantisce rendite immeritate e contribuisce alla crescita delle disuguaglianze. Gli ultimi dati statistici a cura di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, hanno evidenziato la crescita della povertà nelle famiglie italiane, che, ormai, ha raggiunto il suo livello più alto. Quella italiana si distingue per la sua ereditarietà tra le generazioni. Nel senso che chi proviene da famiglie indigenti, resterà nella stessa condizione.

Anzi, nel mondo dei Paperoni cresce la povertà assoluta in Italia, specialmente al Nord. Oggi il numero di famiglie povere al settentrione supera quello di famiglie povere al meridione, anche se l’incidenza è più alta al Sud. Sono alcune delle informazioni contenute nel 28° Rapporto sulla povertà di Caritas. “Fili d’erba nelle crepe. Risposte di speranza” è il titolo scelto per il volume, che dà spazio non solo ai dati sui bisogni, ma anche alle risposte della società civile e della Caritas in particolare. “Nonostante le criticità che sfaldano il nostro vissuto quotidiano, si intravedono nelle crepe dei fili d’erba verde, dei segnali di speranza, le tante riposte, opere e servizi messi in campo dalla Chiesa, dalla società civile, dall’associazionismo e dal volontariato, e che contribuiscono con il loro apporto a rendere più umano e dignitoso il nostro vivere”, si legge nel Rapporto.

“L’andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023 – ha commentato Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia economica di Oxfam Italia – non ha comportato la riduzione dell’incidenza della povertà assoluta, ostacolata dall’impatto dell’inflazione ancora elevata e con effetti più marcati sulle famiglie meno abbienti. La dinamica del 2024 risentirà verosimilmente del rallentamento dell’economia nazionale, ma peserà anche la portata delle misure di contrasto alla povertà che hanno sostituito il reddito di cittadinanza. Rispetto al RDC, l’Assegno di Inclusione ha comportato una contrazione del 37,6% del numero dei nuclei beneficiari e uno scostamento maggiore – eccezion fatta per i nuclei con i minori – tra le famiglie che beneficiano del sussidio e quelle in povertà assoluta nel nostro Paese. Fallimentare fin qui è anche l’esperienza del Supporto per la Formazione ed il Lavoro che va prefigurando, per i suoi percettori, una lenta transizione dall’occupabilità alla disperazione”.

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