L’ex agente del Sisde fu tra i primi a intervenire sul caso, presentandosi alla famiglia della giovane scomparsa con il nome in codice di “dottor Leone”.
Roma – L’ex agente del SISDE Gianfranco Gramendola, operativo a Roma nel 1983, è stato ascoltato oggi pomeriggio a Palazzo San Macuto dalla Commissione bicamerale d’inchiesta sulle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. L’audizione, svoltasi a porte chiuse e secretata, rappresenta un momento cruciale per chiarire il ruolo dei servizi segreti italiani nelle indagini sulla sparizione di Emanuela Orlandi, avvenuta il 22 giugno 1983, e di Mirella Gregori, scomparsa il 7 maggio dello stesso anno.
Gramendola, che all’epoca utilizzava il nome in codice “Leone”, è stato tra i primi a intervenire nel caso Orlandi, insieme al suo sottoposto Giulio Gangi, sollevando interrogativi sul coinvolgimento del SISDE e sulla gestione delle prime fasi dell’inchiesta, segnate da ombre e depistaggi. Ex carabiniere e funzionario del Raggruppamento SISDE di Roma nel 1983, Gramendola è una figura centrale nelle indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la quindicenne vaticana svanita dopo una lezione di musica in piazza Sant’Apollinare.
All’epoca, Gramendola era un ufficiale esperto, considerato tra i pionieri del SISDE (oggi AISI), e si occupò direttamente del caso insieme a Giulio Gangi, un altro agente legato alla famiglia Orlandi tramite vincoli personali (era amico di una cugina di Emanuela). I due furono tra i primi a presentarsi a casa Orlandi nelle ore successive alla sparizione, offrendo supporto e orientando le scelte della famiglia.
Secondo quanto emerso dagli atti dell’inchiesta archiviata nel 1997 e dalle testimonianze raccolte dalla Commissione, Gramendola si presentò alla famiglia con il nome in codice “dottor Leone”. Una delle sue azioni più discusse fu il suggerimento di affidarsi all’avvocato Gennaro Egidio, un penalista di fama internazionale con connessioni in Vaticano e nei servizi segreti. Egidio, noto per il suo coinvolgimento nel caso Calvi, fu descritto da Gramendola come “la mano di Dio” e una “manna dal cielo”. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha confermato che fu proprio Gramendola a proporre Egidio, sottolineando come la famiglia non abbia mai pagato il legale, sollevando il sospetto che le sue parcelle fossero coperte dal SISDE o dal Vaticano.