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Arriva Forza Nord, i bossiani delusi pronti a cambiare lo scenario politico

Il movimento, nato nel 2015 e poi abbandonato, intende smontare in mille pezzi la Lega di Salvini. Tra i membri i nostalgici di Bossi.

Roma – C’è un movimento, nato nel 2015 e poi messo a mollo, che adesso sembra pronto a esplodere per frantumare in mille pezzi la Lega di Matteo Salvini e per far saltare il banco nel centrodestra e nella compagine dell’esecutivo nazionale. Si chiama Forza Nord, un soggetto politico che sembra un mix tra Forza Italia e Lega Nord. Avrà il logo con il colore verde Padania e si allocherà comodamente all’interno della compagine di Fi con il placet di Antonio Tajani. Ma da chi sarà composto il movimento, e qual è il suo obiettivo?

Gli ideatori della “creatura politica” sono i fuoriusciti dalla Lega della prima ora, quella del padre fondatore Umberto Bossi, passati nelle fila del partito di Silvio Berlusconi dopo le tante vicissitudini del Carroccio. “Da quando Bossi non c’è più abbiamo perso la nostra linfa vitale, i nostri valori e i nostri obiettivi”, si sente mugugnare tra i membri del movimento, che dicono anche “con Salvini non è la stessa cosa, vogliamo tornare alle origini”. In che modo? Il movimento, nell’alveo degli azzurri, vorrebbe creare una corrente federalista che poggi sulle basi liberali impostate dal Cavaliere quando creò Forza Italia.

Umberto Bossi, anima del nuovo movimento

Tutto qua? Probabilmente no. Se Tajani ha accettato la formazione di questa corrente è perché accentrare sotto la sua ala i voti degli scontenti di Salvini può essere un bel colpo. Ma che cosa accadrebbe se questa operazione gli sfuggisse di mano? Si creerebbe una crepa – il condizionale è d’obbligo ma il futuro è immaginabile e scontato – tale da trasformare Forza Nord in un partito che tra Forza Italia e Lega godrebbe da solo dell’operazione. Il movimento diventato partito raccoglierebbe infatti sia gli scontenti del leader del Carroccio, sia chi non crede più nel partito di Silvio, ormai in via di estinzione dopo la scomparsa del Deus ex machina.

Una mina pronta a esplodere insomma. E c’è già una data: il 23 marzo in Regione Lombardia ci sarà una conferenza in cui Forza Nord uscirà allo scoperto. I protagonisti sono intuibili, tra ex deputati e senatori, ma anche sindaci e amministratori nostalgici della Lega di Bossi che vogliono spodestare il nuovo assetto creatosi senza il “Senatùr”. Se gli scissionisti siano già pronti a lanciarsi per la sfida delle Europee non si sa ancora, ma visti i tempi risicati per la presentazione delle liste dei candidati appare difficile. Ma una cosa è certa, vogliono dare filo da torcere al vicepremier che negli ultimi mesi ha ricevuto non pochi sgambetti.

Prima l’inchiesta a orologeria piovuta sul presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, poi la bocciatura in Senato – con il voto pesante degli alleati di Fdi e Fi – del terzo mandato per i governatori che ha messo fuori gioco Luca Zaia. E come se non bastasse il generale Roberto Vannacci, candidato di punta della Lega per le europee, indagato per peculato e truffa, in seguito agli esiti di un’ispezione svolta dallo Stato Maggiore della Difesa e trasmessi alla Procura militare nel merito del suo periodo a Mosca. Se uno più uno fa due, i messaggi non troppo in codice lanciati al ministro per le Infrastrutture cominciano a essere troppi.

La figura chiave di Luca Zaia

Una situazione esplosiva, tra i fuochi incrociati arrivati dagli alleati che vogliono avere un primato nel centrodestra e vincere le regionali e le europee, e i nuovi oppositori della vecchia Lega di Bossi che insorgono per riprendere potere. La voglia di “ritorno alle origini” è testimoniata dallo stesso patron, che ha bollato il partito ora guidato da Salvini come una “copia meno fortunata di Fratelli d’Italia, un partito di estrema destra. Bossi non usa mezzi termini sul “fallimento” del progetto dell’attuale segretario del Carroccio, cioè l’espansione al Sud.

Proprio attorno alla sua posizione si agita il movimento che vuole recuperare l’identità perduta. Dalle parole del Senatùr e dalla manovra di creare questa corrente nell’involucro di Forza Italia si intuisce che il neonato movimento punterebbe a un’impronta centrista per accaparrare voti e prendere finalmente non solo il Nord, ma anche – e soprattutto – il centro e il Sud. Potrebbe interessare proprio a Luca Zaia, da sempre moderato e ponderato rispetto alla frangia più aggressiva e sfrontata del Carroccio. Una figura chiave che potrebbe unire proprie quelle anime divise tra il Senatur e Salvini. Nel pallottoliere dei componenti di Forza Nord, avanza l’ipotesi che possa esserci anche Marco Reguzzoni, imprenditore, già esponente della Lega Lombarda, presidente della Provincia di Varese dal 2002 al 2008 e capogruppo dei deputati del Carroccio alla Camera dal 2010 al 2012, anno in cui ha abbandonato ogni carica politica.

Aleggia anche la figura di Flavio Tosi, ex sindaco di Verona tra i volti simbolo della Lega bossiana passato in Forza Italia. Un uomo molto apprezzato da Tajani, tanto che il leader di Fi si è sbilanciato dicendo che “Tosi certamente è nella rosa del partito” come successore di Luca Zaia per “governare benissimo il Veneto“. Il ministro degli Affari Esteri vuole che Forza Italia sia protagonista anche in Veneto alle europee. Dunque la scelta dell’ex sindaco di Verona di passare in Forza Nord potrebbe rompere i piani? Quello che è certo è che il movimento sotterraneo sta uscendo allo scoperto, e dal momento in cui la sua nascita sarà ufficiale romperà gli equilibri del centrodestra – e non solo – con una forza dirompente. Sogno o realtà?

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