Annoiati, indolenti, aggressivi: ecco l’impietosa fotografia degli studenti italiani

Se i ragazzi dopo la pandemia stentano a trovare motivazioni, le cose non vanno meglio per gli insegnanti, stressati a causa della cronica mancanza di risorse per la scuola.

Roma – Potrebbe sembrare una sorta di rivisitazione al tempo del web del film “Brutti, sporchi e cattivi” di Ettore Scola del 1976, con la magistrale interpretazione di Nino Manfredi. Il film raccontava la periferia romana dei primi anni ’70 dello scorso secolo con le sue baraccopoli e, impietosamente, le miserie morali e materiali. Ad essere annoiati, indolenti e aggressivi sono gli studenti italiani. Almeno è quello che è emerso da una ricerca a cura di Nomisma, una società di consulenza, con sede a Bologna, fondata nel 1981, nonché centro studi di ricerche e analisi sulla economia reale. Gli studenti italiani sono sempre più ansiosi e canalizzano l’ansia con l’aggressività. Inoltre diminuisce la loro attenzione in classe e l’interazione coi compagni.

Giovani sempre più annoiati sui banchi di scuola

E’ la fotografia dei comportamenti studenteschi nella nuova situazione dopo la pandemia. Scopo della ricerca è, anche, comprendere quali sono le priorità dei docenti alle prese con il nuovo anno scolastico iniziato da non molto. Gli insegnanti hanno individuato nei comportamenti degli allievi il rischio più importante legato alla professione. Per la maggioranza di loro la sorveglianza e la supervisione degli alunni sono motivi di incessante apprensione. Lo studio ha riguardato un campione rappresentativo di insegnanti di scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado su tutto lo stivale e fa parte degli Osservatori che Nomisma effettua per rappresentare gli stili di vita e di comportamento dei nostri connazionali.

In questo modo è stato possibile “tastare il polso” dei docenti sui rischi che corrono nell’esercitare la propria professione. Quest’ultimi hanno sottolineato il doloroso calo dell’attenzione in classe e la socializzazione tra alunni. Ma i dati che angustiano maggiormente riguardano i crescenti e impetuosi livelli di ansia e stress tra gli alunni, già dalle scuole elementari. Inoltre, è stato segnalato un aumento dei comportamenti indolenti, annoiati e aggressivi. In questo scenario di negatività, qualche aspetto positivo, comunque, emerge e riguarda un prevalente rispetto delle diversità e inclusione e, seppure in misura minore, un sostanzioso impegno civico rispetto al passato. Per noi comuni mortali è difficile comprendere il nesso tra crescita dell’aggressività e rispetto delle diversità.

Lo stress è ormai un compagno di banco tanto molesto quanto inamovibile

Miracoli delle scienze sociali! La mancanza di risorse per la scuola è uno degli argomenti più sentiti dai docenti, insieme alla sorveglianza degli alunni. Quest’ultimo aspetto provoca forte stress e fenomeni di burnout. Insieme alla perdita di autorevolezza degli insegnanti, soprattutto alle scuole superiore, è emerso anche una scarsa conoscenza del fenomeno della “culpa in vigilando”. Ovvero, l’accertamento, da parte delle autorità, che l’omissione di sorveglianza dell’alunno da parte di un docente ha finito per determinare un danno. Fatto grave, anche perché riguarda precise responsabilità civili e penali, oltre che rispondere alla Corte dei Conti. Questa mancata conoscenza del fenomeno è più diffusa tra i docenti più giovani. C’è poco da stare allegri se due dei pilastri fondamentali del Welfare State, la sanità e la scuola sono allo sfascio, mentre gli investimenti per la Difesa e gli armamenti sono in aumento!

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