Anna Chiti, la 17enne morta sul catamarano era senza contratto: “Ingaggiata dallo skipper come marinaia in prova”

La ragazza vittima dell’incidente di sabato nella darsena di Sant’Elena a Venezia era al primo giorno di lavoro a bordo del charter ma non era stata assunta. Il padre: “Era lì per fare da interprete”. Indagano Procura e Capitaneria. Acquisite le immagini di videosorveglianza: si valuta l’autopsia.

Venezia – Nuovi cruciali elementi sulle circostanze della tragica morte di Anna Chiti, la 17enne studentessa dell’Istituto nautico di Venezia deceduta sabato scorso in un incidente avvenuto durante le operazioni di attracco di un catamarano turistico alla Marina di Sant’Elena. La ragazza, si apprende ora, stava lavorando senza contratto, in prova, come “marinaia” a bordo dell’imbarcazione, dopo essere stata consigliata da un’amica che l’anno precedente aveva svolto la stessa attività.

Il padre Umberto: “Parlava inglese, russo e ucraino, era lì per fare l’interprete”

La Capitaneria di Porto ha trasmesso alla Procura di Venezia un primo rapporto dettagliato dell’indagine, che adesso si allarga anche al fronte giuslavoristico. Lo skipper del catamarano, dipendente di una società che gestisce charter per feste ed escursioni, aveva ingaggiato Anna pochi giorni prima. La giovane, però, non risultava regolarmente assunta, e le sue mansioni non erano formalizzate in alcun rapporto di lavoro. “Era stata ingaggiata per fare da interprete, parlava bene inglese e anche russo e ucraino, come la madre. Non doveva fare il marinaio”, racconta disperato Umberto Chiti, il padre della ragazza. “Su una barca di oltre dieci metri erano in due: lei e lo skipper. Serviva un equipaggio adeguato, a bordo e in banchina”.

Caduta in acqua e riemersa, ma poi trascinata giù dall’ellica

Gli inquirenti stanno vagliando i profili di responsabilità e si preparano a disporre l’autopsia sul corpo della ragazza, per fare piena luce sulla dinamica del decesso. Intanto, un filmato delle telecamere di sorveglianza della darsena ha immortalato gli ultimi attimi di vita di Anna. Nelle immagini si vede la giovane con una cima in mano, mentre tenta di saltare sul pontile durante la fase di attracco della barca. Ma inciampa e cade in acqua. Secondo quanto riferito, si sarebbe subito riemersa, cercando di risalire a bordo, ma in quel momento la corda si sarebbe agganciata all’elica in movimento, trascinandola sotto lo scafo.

Anna Chiti
Anna Chiti, 17 anni, vittima del drammatico incidente

Il comandante del catamarano si sarebbe subito tuffato per tentare di salvarla, ma senza riuscire a liberarla. Solo l’intervento di un sommozzatore dei Vigili del Fuoco, giunto poco dopo, ha permesso di tagliare la cima e recuperare il corpo. Nonostante i tentativi immediati di rianimazione, per Anna non c’è stato nulla da fare.

“Lo skipper non ha chiesto l’aiuto del nostro personale”

Il titolare della Marina di Sant’Elena, Stefano Costantini, ha descritto le difficoltà della manovra in quel momento: soffiava un vento di scirocco a 15 nodi, e l’imbarcazione – un catamarano con mura alte e tendalino – risultava difficile da gestire. “Lo skipper non ha chiesto l’aiuto del nostro personale, che era pronto a intervenire”, ha raccontato Costantini, visibilmente scosso: “Non dormo da due notti, continuo a pensarci”.

I magistrati sono ora al lavoro per chiarire chi abbia autorizzato la presenza di Anna a bordo, se fosse consapevole dei rischi connessi alle manovre e se vi siano omissioni o violazioni della normativa sul lavoro minorile e marittimo. Una tragedia che ha sconvolto non solo i turisti presenti sulla barca per una festa, ma tutta la comunità veneziana.

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