Purtroppo sono ancora troppe le persone che considerano gli animali semplici giocattoli, soprattutto quelli d’affezione. Quando ci si stanca di tenerli o ai bambini non fa più piacere averli tra i piedi ecco che l’abbandono diventa l’unica soluzione. Non è affatto cosi. Occorre inasprire le pene per chi maltratta e lascia in strada cani, gatti ed altre creature viventi e senzienti.
Roma – Gli animali domestici non sono peluche! Quando c’è stato il lockdown nel 2020, ci siamo trovati costretti a restare rintanati nelle nostre case e di avere pochi contatti con le persone, anche coi familiari, per evitare la trasmissione del maledetto virus, il covid-19. Ognuno si è industriato come ha potuto per fare trascorrere le giornate. In questo periodo c’è stato un incremento del mercato degli animali domestici. Molte di queste bestiole, ora, in prossimità delle vacanze estive, rischiano l’abbandono.
Comunque il mercato è in forte espansione. Euromonitor, una società londinese di ricerche di mercato, ha condotto uno studio sugli animali da compagnia presenti in Italia. E’ stato stimato un numero di 62,17 milioni di individui, dei quali 16 milioni tra cani e gatti. E’ stato superato, addirittura, il rapporto 1 a 1 tra animali e popolazione residente dell’anno prima. Ci sono, dunque, più animali che persone. Forse, è meglio così, con tutti i danni che combiniamo in giro per il mondo!
Un’altra sorpresa ci giunge repentina dal rapporto Assalco-Zoomark 2022: Alimentazione e cura degli animali da compagnia pet in Italia, 15 anni di cambiamenti in famiglia e in società. L’Assalco à l’Associazione Nazionale tra le imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia. Zoomark è l’esposizione di prodotti e attrezzature per animali domestici che si svolge ogni anno, quasi sempre nel mese di maggio, alla fiera di Bologna. Ebbene, gli animali d’affezione più diffusi sono i pesci: quasi trenta milioni di esemplari.
Forse perché non hanno un alto costo e disturbano poco: è proverbiale il loro mutismo! Gli amici Mao e Bau sono oltre 16 milioni e in costante aumento. Mentre sono calati altri tipi di animali da compagnia, come gli uccelli ornamentali, piccoli mammiferi e rettili. Le adozioni dei nostri amici a quattro zampe sono cresciute del 15% durante l’isolamento dovuto alla pandemia. Anche se c’è questa cattiva abitudine di una parte di popolazione italiana di abbandonare i propri animali durante le vacanze estive.
Tuttavia, è cresciuto anche il servizio di pet-sitter, con tanto di siti online che offrono tanti servizi per il benessere e la cura degli animali. Con l’incremento dei Pet-Parents, c’è stata la crescita del mercato per alimenti, che ha raggiunto la ragguardevole cifra di 2,4 miliardi di euro nel 2021. Si è impennato pure il mercato degli accessori, cura e igiene degli animali, parafarmacia e antiparassitaria, visite veterinarie, durante la pandemia.
Sono riconosciuti da anni, ormai, i positivi effetti degli animali sull’uomo. Allentano, infatti lo stress e le tensioni quotidiane, generando affetto e amore. Inoltre, giocano un ruolo importante nell’educazione e nella socialità di bambini e ragazzi.
Coloro che, per un motivo o un altro, sono stati costretti ad adottare quella sorta di telelavoro all’italiana che è lo smart working, hanno molto apprezzato la presenza di cani e/o gatti scodinzolanti per casa. Il rientro in azienda ha destato molte preoccupazioni su come gestire il loro amico a quattro zampe. Uno studio condotto da Linkedln, la più grande rete sociale online di professionisti al mondo, ha evidenziato che per quasi la metà degli intervistati, per risolvere questo problema, sarebbe utile adottare un modello misto, alternando lavoro da casa ed in ufficio.
L’identikit tipo del proprietario in Italia corrisponde a: donna, età compresa tra i 45 e 54 anni, abita prevalentemente in un piccolo centro nel Nord-Ovest d’Italia e vive in appartamento. Tuttavia, il problema principale è che non esiste un’anagrafe nazionale degli animali d’affezione. Ci si affida alla buona volontà delle Regioni. Inoltre, la registrazione è obbligatoria solo per i cani, ma quasi 1 italiano su 4 non la effettua. Mentre per i gatti ed i furetti, è, addirittura, facoltativa.
Il Ministero della Salute ha previsto di diffondere a tutte le Regioni il nuovo Sistema di Anagrafe Nazionale degli Animali d’Affezione (S.I.N.A.A.F) per andare oltre i limiti delle banche dati regionali attraverso un’unica piattaforma centralizzata. Speriamo bene, anche perché i nostri amici a quattro zampe meritano rispetto e, soprattutto, non sono peluche!