Ancora senza nome il cadavere nel borsone

Proseguono le indagini e gli accertamenti medico-legali per risalire all’identità della donna i cui resti sono stati ritrovati in un sacco sulle rive del Po. La mancanza di testa e parte degli arti fa pensare ad un tentativo da parte dell’omicida di eliminare eventuali dettagli ai fini del riconoscimento.

Occhiobello – Il cadavere ritrovato sulle rive del Po appartiene a una giovane donna forse uccisa da non più di un paio di settimane. La Procura di Rovigo indaga per omicidio a seguito del ritrovamento dei poveri resti umani contenuti in un borsone nero e trascinati dalla corrente del fiume nelle secche di Santa Maria Maddalena, frazione fluviale di Occhiobello, a mezz’ora di strada dal capoluogo rodigino.

La secca sul Po dove è affiorato il borsone con i resti umani

Nella mattinata del 4 aprile scorso un operaio della manutenzione fluviale, Davide Martini, durante il suo servizio avrebbe notato il borsone e si sarebbe avvicinato all’involucro di tela scoprendone il macabro contenuto: ”…Da uno spiraglio della borsa si intravedeva il corpo – ha raccontato l’operaio – e da una fessura uscivano stracci colorati, presumibilmente una giacca, un foulard, e si intravedeva la pelle…”. Martini allertava i carabinieri di Occhiobello che si recavano subito sul posto prendendo in consegna la salma che finiva in obitorio per i successivi accertamenti scientifici e necroscopici.

Davide Martini

Una prima ricognizione del medico legale rivelava che il corpo, in posizione fetale e in discrete condizioni di conservazione, era privo di testa e parte degli arti mentre l’analisi dei tessuti farebbe risalire la morte ad una decina di giorni prima o poco più. L’autopsia, più precisa, avrebbe stabilito l’età della donna, di circa trent’anni, la sua carnagione bianca e portato a tre settimane e non oltre la data del decesso.

Adesso spetterà al Dna ogni ulteriore chiarimento sull’identità del corpo senza vita di questa giovane donna che in molti sospettano si tratti di Andreea Alice Rabciuc, 27 anni, di origini rumene, residente a Maiolati Spontini, in provincia di Ancona, e scomparsa il 12 marzo scorso dopo una festa con amici.

Andreea Alice Rabciuc. Il cadavere del Po non sembra riconducibile alla giovane rumena

La giovane rumena, campionessa di tiro a segno, portava diversi tatuaggi sulle mani e un piercing sulle labbra dunque la mancanza di capo e parte di braccia e gambe nel cadavere ritrovato sulle rive del Po hanno fatto pensare subito a lei. E al suo assassino che per non farla riconoscere potrebbe averla sezionata.

Gli inquirenti, però, dopo ulteriori verifiche avrebbero escluso del tutto che i poveri resti siano di Andreea Alice Rabciuc decidendo di diramare le foto degli abiti ritrovati nel borsone per tentare comunque l’identificazione della salma.

La giacca che indossava la povera donna fatta a pezzi e chiusa nel borsone arenatosi sulle rive del Po

La comparazione del Dna con le caratteristiche biologiche contenute nelle banche dati delle forze dell’ordine potrebbero svelare il mistero del cadavere mutilato risalendo ad un nome e un cognome, sempre che siano contenuti nei database.

Da altri accertamenti sembra che il borsone non sia stato gettato nelle vicinanze del luogo di ritrovamento ma molto più a monte. Dunque l’involucro potrebbe aver navigato sul fiume per chissà quanti chilometri prima di arenarsi sulla secca dove è stato ritrovato. La tela del contenitore, piuttosto robusta, e le cerniere lampo chiuse hanno evitato che i pesci potessero fare scempio dei poveri resti:

Il sindaco Sondra Coizzi

”…Il borsone é arrivato qui tramite la corrente del Po – ha aggiunto Sondra Coizzi, sindaca di Occhiobello e si è incagliato nei massi che nel 1951 servirono a frenare l’alluvione del Polesine e una volta emerso è stato ritrovato dall’operaio che lavorava nei pressi della riva…”.

Gli altri indumenti

In un primo momento gli inquirenti avevano pensato che quel corpo martoriato potesse appartenere a Isabella Noventa, 55 anni, o Samira El Attar, 43 anni, la prima scomparsa da Albignasego, in provincia di Padova, il 15 gennaio del 2016, la seconda sparita da Stanghella, in provincia di Padova, il 21 ottobre 2019. In entrambi i casi i corpi non sono stati mai ritrovati ma i rispettivi assassini, Freddy e Debora Sorgato e Mohamed Barbri, sono stati condannati all’ergastolo. In effetti poteva trattarsi anche del cadavere di Saman Abbas, la studentessa di 18 anni, scomparsa da Novellara, in provincia di Reggio Emilia, il 30 aprile dell’anno scorso ma l’autopsia taglierebbe la testa al toro: la donna mutilata sarebbe stata ritrovata a meno di un mese dal suo decesso.

I pantaloni che indossava la povera vittima

Dunque le indagini tornano punto e a capo. I carabinieri di Rovigo hanno intanto allertato tutti i comandi e le stazioni di Polizia e Guardia di Finanza a monte del fiume rispetto alle coordinate di Santa Maddalena. L’assassino si sarebbe disfatto della sua vittima gettandola nel Po.

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