L’ultimo rapporto BES smonta i luoghi comuni su Napoli: solo il 33,8% dei cittadini si dichiara pienamente soddisfatto della propria vita, tra criminalità percepita e disagi sociali.
Si è sempre pensato che i napoletani fossero creativi, divertenti e che prendessero la vita con filosofia. Questa definizione è il frutto di luoghi comuni, ossia di quelle idee generali, valori, giudizi condivisi da una buona parte di cittadini, anche se non sempre consapevolmente. Altro che “sole, pizza e mandolino”, come disse il compianto Massimo Troisi, per cui il napoletano sarebbe sempre abbronzato, divoratore di pizza e suonatore di mandolino da mane a sera!
L’ultimo Rapporto BES ci indica tutt’altro. Il progetto BES nacque nel 2010 per misurare il “Benessere Equo e Sostenibile”. Si tratta di un indice, sviluppato dall’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) e dal CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) per valutare il progresso della società non soltanto dal punto di vista economico, ma anche sociale ed ambientale. Vista la situazione socioeconomica in difficoltà da decenni, con disoccupazione alle stelle, micro e macro criminalità diffuse, non è stata mai compresa la ragione di questa presunta felicità. La città partenopea non regge il confronto con altre realtà metropolitane. A Napoli, infatti, il 33,8% del campione analizzato per misurare il BES ha dichiarato di essere “pienamente soddisfatto” della vita che conduce. C’è da segnalare i valori più alti tra le città capoluogo sono stati riscontrati a Reggio Calabria ed a Venezia, col 54,7% e il 52,8% rispettivamente di persone che si sentono appagate di vivere in quei luoghi. Appare sorprendente il dato di Reggio Calabria, visto che ogni volta il Meridione, in quasi tutte le ricerche socioeconomiche, risulta una realtà con molti problemi. Ma, forse questa considerazione può essere frutto di un luogo comune.
Se i cittadini di Reggio Calabria si sentono bene, che male c’è? Contenti loro! Il dato che balza all’occhio è che nei comuni capoluoghi la percentuale di felici si aggira sul 45%, ad eccezione di Napoli, che almeno in questa classifica si…stacca rispetto alle altre, col suo 33,8%. L’ISTAT ha precisato che le altre città metropolitane hanno un’oscillazione tra il livello maggiore e minore, ma con un intervallo più basso. Nel caso della città di Partenope, come si è visto, il divario è pari a quasi 15 punti. Un nuovo indicatore disponibile per le città metropolitane ha interessato le famiglie, in percentuale, che hanno manifestato la loro percezione della zona in cui vivono, se fosse a basso, abbastanza o alto rischio di criminalità. Ebbene, tra i primi cinque comuni col più alto tasso di percezione della criminalità ci son ben tre città meridionali.
Al primo posto, regina…incontrastata Napoli, con un indicatore del 57,7%, l’unica che supera il 50%. Poi Bari col 42,4% e, infine, Catania col 41,6%. Al quarto posto una città del Centro, Roma col 38,6% e, al quinto, una del Nord, Milano col 38%. E’ stata, finanche, valutata, la percentuale di persone che si sentono tranquille nel camminare di notte nel quartiere in cui vivono. Le città coi valori maggiori si sono rivelate Messina (69,3%), Reggio Calabria (66%), Genova (63,9%). Invece, a Bari, Napoli, Palermo, la quota di coloro che avvertono abbastanza sicurezza si attesta su livelli più bassi, rispettivamente 50,6%, 52,6% e 53,9%. Ora trattandosi di percezioni, non bisogna prenderle per oro colato, perché l’atto del prendere coscienza di una realtà altra da sé è soggettivo e, in quanto tale, volatile. Ad esempio, sorprende che due città come Messina e Reggio Calabria, in cui il disagio sociale è molto diffuso, abbiano una percezione di sicurezza così alta, mentre in altre città, in cui l’emarginazione è meno accentuata sia più bassa. Miracoli della statistica e della percezione!