Alluvione in Emilia Romagna: gli “sciacalli” contro Musumeci, e Schlein che dice?

Non si placa la polemica tra governo e Pd dopo i danni nella Regione già colpita nel 2023. Che fine hanno fatto i fondi stanziati?

Roma – È scontro tra il governo e la regione Emilia-Romagna dopo le nuove alluvioni piombate sull’Emilia Romagna, colpita dall’ultima ondata di maltempo che, a circa un anno e mezzo da quella del 2023, ha provocato ancora esondazioni, evacuazioni e dispersi. Dal Pd accusano il governo di fare campagna elettorale sulla pelle degli emiliani. La prima a partire col valzer delle polemiche è  la segretaria dem Elly Schlein: “Mentre gli amministratori dell’Emilia Romagna hanno passato la notte a gestire l’emergenza, la destra di governo, comoda comoda da Roma, preparava lo sciacallaggio a cui stiamo assistendo. Uno sciacallaggio senza precedenti per meri fini elettorali”.

Poi a ruota gli esponenti del Partito Democratico gridano allo scandalo degli “sciacalli”. Ma il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, va all’attacco della giunta locale: “Negli ultimi 10 anni da parte del Mase (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica) sono stati messi a disposizione 118 milioni e 285mila euro per quattro interventi superiori ai 10 milioni. Lo stesso Mase per 128 interventi più ridotti ha messo a disposizione dell’Emilia Romagna 136 milioni e 14mila euro. Il ministero dell’Interno, per 446 piccoli interventi, ha messo a disposizione 158 milioni 956mila. Lo stesso ministero dell’Interno, per 38 interventi superiori a un milione, ha messo a disposizione dell’Emilia Romagna 68 milioni e 74mila. Il Dipartimento di Protezione civile ha finanziato 670 interventi nell’ultimo decennio, con 92 milioni 761mila euro”.

Nello Musumeci

Non è finita. Il Dipartimento Casa Italia ha finanziato 13 interventi per 17 milioni 225mila, il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha finanziato 13 interventi per 3 milioni e 250mila. In questo decennio, l’Emilia Romagna ha avuto assegnati dai governi di Roma 594.567.679 euro. Siamo a oltre mezzo miliardo. Se la regione Emilia Romagna potesse fare lo sforzo di farci sapere quante di queste risorse sono state spese, spero tutte o quasi, se ci facesse la cortesia di dirci quali sono i territori più vulnerabili ancora, quali sono quelli su cui intervenire in un rapporto di reciproca e leale collaborazione istituzionale noi da Roma potremmo programmare ulteriori interventi in regime ordinario”, ha affermato Musumeci in conferenza stampa a Palazzo Chigi. E dunque in sintesi, quei soldi stanziati a un anno e mezzo dalla prima alluvione del 2023 dove sono finiti?

La presidente facente funzioni della Regione, Irene Priolo è in preda a uno scatto d’ira. “Ho sentito poco fa il commissario Figliuolo, al quale ho anche espressamente richiesto, dal momento che il commissario ritiene che stiamo facendo l’intervento in modo corretto, di dissociarsi dalle dichiarazioni del ministro, cosa che non so se farà”, ha dichiarato. Ma al di là delle accuse reciproche, sull’utilizzo dei fondi stanziati per la prevenzione infrastrutturale dopo la nuova emergenza maltempo in Emilia, la domanda resta senza risposta. “In questo momento la polemica non serve assolutamente né credo di averla alimentata, ma, da Governo nazionale, voglio tendere la mano alle strutture del territorio, alla Regione, per dire: ‘Sediamoci attorno a un tavolo, ragioniamo confrontiamoci, lo Stato non eroga solo risorse, ma verifica anche come sono state spese”, fa sapere Musumeci.

Le immagini dell’alluvione

Il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, fa notare che la “prevenzione infrastrutturale spesso non si può fare, non perché manchino risorse, non è questo il caso dell’Emilia Romagna. Ieri mi sono limitato a dire che, a fronte di oltre 600 milioni erogati negli ultimi 10 anni, le infrastrutture avrebbero dovuto raggiungere un grado consistente“. Il tema non è “quanto denaro è stato speso o non speso”, ma “capire da dove e come si è intervenuti e perché si continui a essere in emergenza”, ha sottolineato Musumeci. “Se un fiume esonda tre o quattro volte nonostante gli interventi fatti, vuol dire che l’intervento non è stato fatto bene – ha aggiunto – bisogna andare a monte”.

“È una inutile polemica, capisco che ci siano le elezioni e capita a destra e a sinistra di cogliere le occasioni, ma farlo con il Governo nazionale che ha dichiarato mobilitazione un’ora dopo e di essere pronto a dichiarare anche l’emergenza nazionale, mi sembra una ingratitudine da parte della Regione“, ha puntualizzato. “Perché ogni volta che piove, c’è una alluvione sempre nella stessa zona? In 10 anni la Regione ha avuto 600 milioni per mettere in sicurezza il territorio – ha affermato – Se ogni volta che piove arriva il finimondo, qualcosa non torna“. “L’errore è che continuiamo a parlare del 2023 e per questo lasciamo il territorio scoperto e vulnerabile – ha sottolineato – cerchiamo di fare distinzione tra infrastrutturazione e manutenzione straordinaria e quella ordinaria – ha aggiunto – Le infrastrutturazioni legate all’alluvione del 2023 hanno visto la nomina di un commissario”. La realizzazione delle “casse di espansione non sono un compito del generale Figliuolo”.

Stefano Bonaccini e Elly Schlein

Da qui il governo rilancia l’idea di introdurre progressivamente un’assicurazione obbligatoria sulla casa per i
danni da maltempo e gli eventi sismici. Mentre in Emilia Romagna prosegue la conta dei danni per l’ultima ondata di pioggia, che ha portato all’esondazione di diversi fiumi con migliaia di sfollati e interruzione di servizi pubblici, con la polemica politica che non si placa tra maggioranza e opposizioni sulle responsabilità nei ritardi delle opere di prevenzione, il ministro Musumeci apre nuovamente alla prospettiva di una polizza per le abitazioni private sugli eventi atmosferici. Un dibattito che ha preso piede proprio negli ultimi anni con l’intensificarsi dei fenomeni meteorologici estremi.

“Si fa presto a parlare di nuova patrimoniale sulla casa, immagino già le polemiche quando sarà affrontato il tema della polizza sulla casa. Ma serve un cambio culturale. Per questo – annuncia Musumeci – il governo si è applicato già ad adottare una norma nella finanziaria 2024 per le polizze assicurative delle imprese, escluse quelle agricole: è un primo passo. Ci avvieremo, gradualmente, all’obbligo per le famiglie di sottoscrivere una
polizza assicurativa sulla casa contro le catastrofi naturali”, spiega il ministro parlando ad un evento di Ania sull’impatto economico degli eventi atmosferici. La manovra 2024 ha introdotto l’obbligo per le imprese di
stipulare contratti assicurativi per danni da eventi catastrofali, per la sua applicazione manca il decreto attuativo Cat Nat. L’idea sarebbe quella di mutuare una soluzione analoga anche per le abitazioni, anche se il calcolo di una polizza assicurativa sulla casa risente di numerose variabili che ne fanno oscillare il range di prezzo”.

Altre immagini dell’alluvione in Emilia

Musumeci evidenzia: “E’ finito il tempo in cui lo Stato poteva erogare risorse per tutti e per sempre. La prevenzione non può essere un obbligo solo a carico delle istituzioni: ogni cittadino deve essere consapevole di vivere su un territorio a rischio e deve adottare ogni iniziativa per evitare”. E ancora, l’Italia “non è fatta per la prevenzione. Noi italiani siamo fatalisti, disincantati: ci commuoviamo di fronte a ogni tragedia, poi, dopo 25 ore, si apre il cantiere della rimozione della memoria. Ora c’è bisogno di un cambio di passo da parte delle Regioni e degli Enti locali. Lancio un appello alla collaborazione da parte del Governo nazionale e anche mio personale”, ha spiegato Musumeci.

Dalla sponda Pd, che nella prima alluvione del 2023 vedeva il partito alla guida della Regione Emilia Romagna con Stefano Bonaccini (ora dimessosi a seguito della sua elezione come parlamentare europeo) arriva l’attacco al governo nonostante la mancata risposta all’utilizzo dei fondi stanziati. Il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia afferma che mentre i “Vigili del fuoco, i volontari della Protezione civile e tutti gli emiliano-romagnoli ancora una volta sono al lavoro per salvare ogni vita umana, limitando al massimo i disastri dell’alluvione, due esponenti di governo da 24 ore, anziché preoccuparsi dei soccorsi, incessantemente fanno opera di sciacallaggio contro la regione Emilia Romagna sulla pelle di chi è in una situazione drammatica”. Si riferisce a Musumeci e Galeazzo Bignami.

Emilia Romagna di nuovo sott’acqua

“Bignami dimentica di essere il primo responsabile del disastroso ritardo con cui il governo buttò via mesi – accusa – prima di nominare un commissario che sarà ricordato per i ritardi e la burocrazia anziché per ristori mai arrivati e le risorse insufficienti per gli investimenti. Il ministro Musumeci, non pago dello show di ieri contro la regione Emilia Romagna continua anche oggi a fare affermazioni incredibili. Se anche Meloni la pensa come lui saremmo di fronte a un gravissimo scontro istituzionale -osserva -. Mentre sindaci e amministratori locali sono al lavoro per aiutare i soccorritori, un ministro trova il tempo di frequentare
convegni
e di scaricare la responsabilità di ciò che compete sempre e solo allo Stato, sulle spalle dei poveri
cittadini che vengono così anche umiliati”.

La presidente di Ania Maria Bianca Farina, sembra però dare ragione a Musumeci a proposito della proposta di un’assicurazione obbligatoria sulla casa per i danni da maltempo e gli eventi sismici. In Italia attualmente, rileva “solo il 6% delle abitazioni è coperto contro i rischi di terremoto e alluvione” e “solo il 5% delle imprese ha una polizza per gli stessi rischi”. In questo contesto, sottolinea Farina, “l’iniziativa del Governo di introdurre una copertura obbligatoria contro i danni catastrofali per tutte le imprese è un passo fondamentale per ridurre il gap”.

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