Alla buon’ora: l’Europa si accorge che le famiglie sono in ginocchio

Il Parlamento europeo si sta attivando per garantire, finalmente, una dignità ad ogni forma di lavoro. Le retribuzioni dovranno avere un minimo non valicabile. Ma in Italia la situazione rimane oscura.

Roma – La situazione è allarmante, per il numero di famiglie in difficoltà che non riescono a far fronte alle spese correnti e necessarie. Considerata l’inflazione galoppante si rende necessario aumentare gli stipendi, soprattutto quelli minimi, contro il caro vita. A chiederlo è anche il Parlamento europeo. Infatti, una risoluzione della Commissione occupazione spinge per una direttiva sull’adeguamento del salario minimo, per contrastare i rincari e l’aumento del costo della vita.

Insomma “i Paesi Ue dovrebbero aumentare gradualmente i loro regimi di salario minimo per le persone che non dispongono di risorse sufficienti per uno standard di vita adeguato, come parte di una più ampia strategia contro la povertà” si legge nel comunicato inviato da Bruxelles. L’anno scorso le istituzioni europee avevano già raggiunto un accordo sulla direttiva europea per introdurre standard minimi di sopravvivenza. Le polemiche politiche, a questo punto s’intrecciano con le strategie dei partiti, tanto che Giuseppe Conte dichiara: “In Italia vi è il rischio di andare in controtendenza rispetto al resto dell’Europa. Infatti – continua il leader del M5S – alla proposta di adozione di una direttiva sul reddito minimo adeguato perché si combatta la povertà, l’Italia risponde con il taglio del reddito di cittadinanza”.

Giuseppe Conte

Una vera anomalia che, se non adeguatamente supportata con strumenti alternativi di formazione e con la conseguente riforma del cuneo fiscale e una vera riforma del lavoro, porterà a un inevitabile appesantimento della situazione sociale, già abbastanza precaria e allarmante. Prima o dopo, comunque, la direttiva sul salario minimo dovrà essere recepita in Italia e si spera che ciò avvenga presto, onde evitare ulteriori tensioni sociali, in modo da offrire a tutti quei lavoratori che hanno buste paga da “fame” la possibilità di avere un salario minimo legale, con una implementazione che possa rappresentare un vero giro di boa per uscire dal girone infernale in cui si trovano tanti italiani.

La busta paga minima certamente non può essere inferiore a 9 euro lordi l’ora, in quanto questa è la soglia minima che può garantire maggiore dignità. Sulla direttiva europea, che disciplina il salario minimo, c’è stata dunque un’intesa di massima tra i vertici dell’Unione. Infatti, è stato raggiunto un accordo, come spiegato dalla presidenza di turno francese in un tweet del 2022, nel quale ha affermato che “nel pieno rispetto delle diversità nazionali il provvedimento favorirà dei salari minimi adeguati nell’Ue e lo sviluppo della contrattazione collettiva”. Insomma, una tappa importante per l’Europa sociale. Si tratta di una direttiva che determinerà una autentica rivoluzione copernicana per il mercato del lavoro italiano, offuscato da circa 300/400 cosiddetti “contratti pirata”.

Da ciò si potrà, forse, ripartire per inaugurare una nuova stagione, in modo che tutti i lavoratori potranno sentirsi maggiormente rispettati, mettendo anche fine alla piaga degli stage e tirocini gratuiti. Adesso, se l’Italia non riformerà il sistema, potrà esporsi alle sanzioni europee e a un pericoloso conflitto con la Corte di Giustizia. In effetti, in presenza della direttiva, l’Italia sarebbe obbligata ad applicarla. Ma all’interno del Parlamento le sensibilità sul tema sono molto diverse.

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