Pifferi, chiesto il processo per avvocata e psicologi: “Piano per evitarle l’ergastolo”

Denunciate anomalie nei test e nelle relazioni psicologiche durante la detenzione dell’imputata a San Vittore: “Volevano far credere che fosse affetta da un ritardo mentale grave”.

Milano – La Procura di Milano ha richiesto il rinvio a giudizio per sei persone nell’ambito dell’inchiesta parallela, nota come “Pifferi bis”, legata al caso di Alessia Pifferi, la 38enne condannata all’ergastolo in primo grado per l’omicidio pluriaggravato della figlia Diana, 18 mesi, lasciata morire di stenti nel luglio 2022. Il pubblico ministero Francesco De Tommasi ha chiesto al GIP di processare l’avvocata Alessia Pontenani, il consulente psichiatrico della difesa Marco Garbarini, e quattro psicologhe – Paola Guerzoni, Letizia Marazzi, Federica Martinetti e Maria Fiorella Gazale – accusati di aver orchestrato un “piano precostituito” per far credere che Pifferi fosse “affetta da un ritardo mentale grave”.

L’obiettivo, secondo l’accusa, era ottenere una perizia psichiatrica favorevole per evitare l’ergastolo. Una settima indagata, Veronica Nisticò, ha chiesto la messa alla prova, e la sua posizione è stata stralciata. I reati contestati a vario titolo includono favoreggiamento, false dichiarazioni all’autorità giudiziaria, falsa testimonianza, falso in atto pubblico e falso commesso da incaricati di pubblico servizio.

Alessia Pifferi, arrestata il 21 luglio 2022, è stata condannata all’ergastolo il 13 maggio 2024 dalla Corte d’Assise di Milano per aver abbandonato la figlia Diana per sei giorni nel suo appartamento di via Parea, a Ponte Lambro, per trascorrere del tempo con il compagno a Leffe, in provincia di Bergamo. La piccola, lasciata sola senza cibo né acqua, è morta di stenti il 19 luglio 2022. La perizia psichiatrica disposta dalla Corte ha stabilito che Pifferi era capace di intendere e volere al momento dei fatti, escludendo disturbi mentali gravi o deficit cognitivi significativi, nonostante la difesa avesse insistito su un presunto “ritardo mentale” supportato da test psicologici. Il processo d’appello, iniziato il 29 gennaio 2025, è ancora in corso, con la difesa che ha richiesto una nuova perizia psichiatrica.

L’inchiesta bis, coordinata dal PM De Tommasi, nasce dalle anomalie rilevate nei test e nelle relazioni psicologiche redatte durante la detenzione di Pifferi a San Vittore, che avrebbero cercato di dipingerla come gravemente incapace per influenzare l’esito del processo. La Procura ha definito tali condotte una “manipolazione” finalizzata a eludere le indagini e il giudizio. Secondo il PM De Tommasi, i sei indagati avrebbero agito in concorso per fornire una base documentale falsa, centrata sul test psicometrico WAIS (Wechsler Adult Intelligence Scale), che attestava un quoziente intellettivo di 40 per Pifferi, equivalente a un “deficit cognitivo grave” al confine con il “gravissimo”.

Questo risultato, secondo l’accusa, era incompatibile con le reali capacità della donna, descritta come “lucida, orientata nel tempo e nello spazio, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali e determinata” durante i colloqui in carcere. La Procura sostiene che Alessia Pontenani, avvocata di Pifferi, avrebbe istruito la cliente su come comportarsi durante i colloqui con il perito Pirfo, suggerendole di “fare la scema” per simulare un ritardo mentale. La teste Tiziana Morandi, ex compagna di cella nota come “la mantide della Brianza”, ha riferito al PM che Pifferi le avrebbe confidato: “Tizi, devo fare la mongoloide perché ci sono cimici dappertutto”. Pontenani, indagata per falso ideologico e favoreggiamento, ha respinto le accuse, definendo “singolare” la credibilità di Morandi e negando di aver usato tali termini.

Marco Garbarini, psichiatra e consulente della difesa, avrebbe avallato le risposte di Pifferi durante i colloqui con Pirfo, annuendo per approvarne il contenuto, come riportato negli atti. È accusato di aver contribuito al piano per far credere a un ritardo mentale inesistente. Paola Guerzoni e Letizia Marazzi, psicologhe di San Vittore, avrebbero falsificato il diario clinico e i risultati del test WAIS, attestando un monitoraggio inesistente, dato che Pifferi non era a rischio di atti autolesionistici. La Procura contesta che i colloqui fossero una “consulenza difensiva” anziché un’assistenza psicologica legittima. Federica Martinetti, psicologa che alternava il lavoro tra l’ASST Santi Paolo e Carlo e San Vittore, avrebbe predisposto protocolli con punteggi già inseriti per il test WAIS, contribuendo a falsificare i risultati. Maria Fiorella Gazale, esterna al carcere, avrebbe revisionato la relazione finale, modificando grafici e contenuti sulla base di informazioni verbali, senza partecipare direttamente ai test.

Le accuse includono anche episodi specifici, come la redazione di una relazione firmata da una psicologa non presente ai test e la falsificazione di annotazioni cliniche per giustificare la somministrazione del test. La Procura ha evidenziato “variazioni nei documenti” e colloqui “frenetici” a ridosso delle udienze, definiti dal PM come “chiacchierate tra amiche” con “scambi di baci e risate”.

Veronica Nisticò, inizialmente indagata per gli stessi reati, ha chiesto di accedere alla messa alla prova, un istituto che consente di estinguere il reato attraverso lavori di pubblica utilità, evitando il processo. La sua posizione è stata stralciata, e il GIP valuterà la richiesta separatamente. Non sono stati resi noti dettagli specifici sul suo ruolo, ma il PM aveva ipotizzato un coinvolgimento minore rispetto agli altri indagati
Il GIP deciderà nei prossimi mesi se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio, aprendo la strada a un processo che promette di essere controverso. Parallelamente, il processo d’appello di Alessia Pifferi, in corso presso la Corte d’Assise d’Appello di Milano, potrebbe essere influenzato dall’esito dell’inchiesta bis, soprattutto se la difesa riuscisse a ottenere una nuova perizia psichiatrica. La strategia di Pontenani si basa su documenti scolastici che attesterebbero un passato di difficoltà cognitive di Pifferi, come la presenza di un’insegnante di sostegno alle medie, ma la perizia di Pirfo resta per ora un ostacolo significativo.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa
https://skilledmigration.utk.edu/wp-includes/css/bandarqq/ https://skilledmigration.utk.edu/wp-includes/css/pkvgames/ https://skilledmigration.utk.edu/wp-includes/css/dominoqq/ https://skilledmigration.utk.edu/wp-includes/css/pokerqq/ https://skilledmigration.utk.edu/wp-includes/css/slot-garansi/ https://skilledmigration.utk.edu/wp-includes/css/slot-garansi/ https://skilledmigration.utk.edu/wp-includes/css/slot-thailand/