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Alda Merini con le sue opere

ALDA MERINI: ANCHE I DETRATTORI NE RICONOSCONO LA STRAORDINARIA ATTUALITA’

Domani, primo novembre, ricorre il decennale della morte della grande poetessa. Milano si prepara a ricordarla.

Alda Merini ha lasciato all’umanità un patrimonio di dolore e redenzione perpetrato attraverso la parola viva della sua poesia. Nelle interviste rilasciate in vita preferiva parlare degli amici e, soprattutto, degli inizi: quando erano in pochi a credere in lei.

Ricordava Silvana Rovelli, sua insegnante di italiano e cugina di Ada Negri, che nel 1947 fece leggere alcune sue poesie ad Angelo Romanò. Il quale, a sua volta, le fece poi leggere a Giacinto Spagnoletti.  E fondamentale si rivelò anche l’aiuto di Maria Corti e Giorgio Manganelli.

Tutti convenivano sul fatto che quella ragazza non avesse solo talento, ma fosse sostanzialmente diversa.

Montale e Quasimodo furono tra i suoi primi estimatori, Pasolini la paragonò a Rilke.

Subito dopo i primi entusiasmi però, la giovane Merini dovette affrontare un lungo periodo buio, internata in manicomio. Poi ci furono gli anni dell’oblio e della povertà.

La rinascita della poetessa risale ai primi anni novanta, quando arrivarono successo e riconoscimenti.

Nel 1993 Merini vinse il Premio Montale con l’opera poetica edita da Einaudi: “Vuoto d’Amore”.

«Il poeta è una persona sola, non una sola persona. Soffre di solitudine, ma dentro ha infinite altre persone. Tutto quello che racconto è vero, anche quando è falso, anche quando non è accaduto. Io non lo so cosa sia successo veramente. Io so quello che so quando parlo».

Vi sono però state anche stroncature e incomprensioni nel panorama della critica lettararia: c’è chi, come Federico Roncoroni o, ancor di più, Gian Paolo Serino, l’ha accusata di comporre una poesia spicciola, da “baci Perugina”: populista, televisiva, consumistica, persino assimilabile agli aforismi di facile presa. Una frase che nessuno sa a chi attribuire, secondo Serino, viene attribuita ad Alda Merini.

Nel 1963 Merini spedì a Piero Chiara (il suo primo editore, che inserì alcune sue poesie nell’antologia poetica “Quarta Generazione” negli anni ‘50) diverse composizioni, affidandogliele con parole accorate, ma non ricevette alcuna risposta e le poesie non furono mai pubblicate. Chiara dichiarò successivamente di aver provato un grande senso di colpa a seguito di tale evento.

Iniziative a Milano: la città meneghina celebrerà a partire da domani, primo novembre, il decimo anniversario della scomparsa della poetessa, con una serie di iniziative organizzate in numerosi luoghi, anche simbolici.

Fortemente d’impatto – il 6 novembre alle ore 10.30 – sarà la cerimonia di intitolazione ad Alda Merini del ponte sul Naviglio Grande, vicino alla casa di Ripa di Porta Ticinese in cui la poetessa ha vissuto a lungo.

Le iniziative proseguiranno fino al 18 novembre, ma già lo scorso 2 ottobre c’è stata l’inaugurazione della mostra“Alda Merini e Alberto Casiraghy. Storia di un’amicizia”, ideata e curata da Andrea Tomasetig.

Il 28 e 29 ottobre, invece, presso la Sala Napoleonica dell’Università degli Studi, si è svolto il Convegno dal titolo “Io sono una città nera/e una rondine notturna. Alda Merini, poeta di Milano”.

Nel giorno dell’anniversario della morte, il 1° novembre, la Casa delle Arti-Spazio Alda Merini organizza una serie di iniziative: l’inaugurazione di “Alda: tratti e ritratti”, esposizione collettiva di opere pittoriche e scultoree dedicate ad Alda Merini, un reading e, per finire, una fiaccolata poetica fino al Ponte sul Naviglio.

Il 5 novembre, nel chiostro Nina Vinchi del Piccolo Teatro di via Rovello, si terrà la Maratona Merini organizzata dall’Associazione Alda Merini in collaborazione con il Piccolo Teatro; e l’inaugurazione della mostra “Genio e poesia”, Alda Merini nelle immagini di Giuliano Grittini.

Le celebrazioni del decennale si concluderanno nella Chiesa di San Marco il 18 novembre con un nuovo allestimento del Poema della croce, opera sacra per voce solista, coro e orchestra, regia di Beppe Menegatti e scenografie di Henry Timi, organizzato dall’Associazione Alda Merini con il patrocinio dell’Arcidiocesi di Milano. Giovanni Nuti è l’interprete e compositore delle musiche e ci sarà anche Carla Fracci, nel ruolo di Maria che reciterà e danzerà con étoile del Teatro alla Scala e giovani ballerini in una serata benefica a favore di AIM, Associazione Italiana Miastenia-Amici del Besta e della LISM, Lega Italiana Sclerosi Multipla.

la poetessa Alda Merini

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