Aiuto, l’ascensore (sociale) si è bloccato! La disuguaglianza in Italia è ormai strutturale

Il report FragilItalia fotografa un Paese dove il futuro fa paura e le speranze di mobilità sociale si spengono: tra povertà, discriminazioni e sfiducia, il ceto medio arretra e i giovani vedono nero.

La crisi economica che attanaglia le famiglie italiane è, purtroppo, diventata un “refrain”, conosciuto a menadito e che non smette di emettere i suoi suoni di sofferenza. Le diseguaglianze sociali sono cresciute al punto da essersi stabilizzate. Il futuro non si riesce nemmeno a immaginarlo, se non nelle tinte più fosche. E’ quanto emerso dal report FragilItalia “Disuguaglianze sociali e ascensore sociale”, a cura dell’Area Studi Legacoop e di Ipsos.

Le disuguaglianze si manifestano nella possibilità di usufruire dei servizi sanitari e abitativi e nella discriminazione sessuale. Mentre è leggermente calata la percezione della povertà, dell’instabilità lavorativa e delle occasioni per i più giovani. Si avverte nettamente la sensazione che l’ascensore sociale si sia bloccata e non riesce a ripartire. Infatti, solo il 30% ha dichiarato che i loro figli possano avere una condizione socioeconomica più florida dei loro genitori. Ben il 60% ha ritenuto di far parte della parte bassa della piramide sociale e di non potersi schiodare da questa posizione.

Anche i giovani ormai hanno una maggiore sensazione di aumento delle disuguaglianze economiche

Il dato più allarmante, rispetto al precedente report di 3 anni fa, è la percentuale di chi pensa che i propri figli possano trovarsi in una condizione socioeconomica peggiore dell’attuale: è aumentata di 15 punti. In dettaglio, tra le varie disuguaglianze percepite, il primo posto è occupato dalla “povertà”, anche se in po’ in calo rispetto alla rilevazione precedente, precarizzazione lavorativa, penuria di lavoro e di opzioni per i giovani. E’ aumentata del 9% la percezione di non poter usufruire dei servizi sociosanitari di qualità, così come gli ostacoli per chi fa parte di famiglie a basso reddito. Inoltre, le discriminazioni di genere e le politiche abitative.

Un aspetto interessante è che i giovani hanno una maggiore sensazione di aumento delle disuguaglianze economiche, intesa come carenza di opportunità lavorative e alle discriminazioni di genere. Mentre gli over 65 hanno la netta sensazione di un incremento della povertà in generale rispetto agli altri indicatori della ricerca. In questa situazione è cresciuta la frattura tra ricchi e poveri, i cosiddetti “furbetti” e onesti, tra il popolo e le élites, tra lavoro a tempo indeterminato e determinato o flessibile e tra italiani e stranieri.

Il 7% della popolazione non ha il necessario per sopravvivere ed è scivolato nelle acque gelide della povertà.

Per quanto riguarda il posto occupato nella piramide sociale, il 41% si è collocato nella parte superiore, il 34% (7 punti in più rispetto al precedente rilevamento) al ceto medio, il 7% agli appartenenti al ceto sociale più elevato e ben il 59% nella parte più bassa. Nello specifico, una quota è costituita da ceti che si sentono in declino, percettori di un reddito che non permette altro, quando ci si riesce, di pagare le utenze, un’altra quota da chi arriva a fine mese percorrendo un percorso ad ostacoli. Infine, il 7% è rappresentato da chi non ha il necessario per sopravvivere ed è scivolato nelle acque gelide della povertà.

La percezione delle prospettive future per i figli non poteva non risentire del quadro generale desolante. Infatti, tra il ceto popolare è cresciuta di ben 15 punti rispetto a 3 anni fa la quota di coloro secondo cui i propri figli si troveranno ad occupare una posizione più bassa della famiglia di origine. Belle prospettive. Una volta quando un ascensore si bloccava ad un piano, si contattava un tecnico per riparare il danno. Adesso, pare che di competenti non ce ne siano tra la compagine governativa, tanto che è stato diffuso un comunicato su tutti i mezzi di comunicazione con l’annuncio “AAA cercasi con urgenza ascensorista qualificato”. Ci si augura che qualcuno si palesi!

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