Adolescenti e amori “tossici”: l’indagine allarmante di Save the Children

Relazioni segnate da “maleducazione affettiva”: frequenti ricatti, minacce e privacy violata. L’indagine su 800 ragazzi tra 14 e 18 anni.

Roma – Il 50% degli adolescenti è vittima di relazioni sentimentali nocive. E’ un argomento poco dibattuto sulla grande stampa, eppure i casi di relazioni sentimentali cosiddette tossiche sono numerosi, con gravi danni sulla salute psicologica della vittima. Il fenomeno è emerso grazie ad alcune fiction trasmesse da Netflix, la multinazionale statunitense leader nella distribuzione streaming via Internet di film, serie televisive e altri contenuti d’intrattenimento a pagamento. Le serie hanno raccontato storie di relazioni tossiche, toccando un tasto molto delicato, su cui i ragazzi si sono immedesimati e riconosciuti. Sono amori complicati, ossessivi, catapultati in un contesto borderline con la violenza.

I protagonisti appartengono alla Generazione Alfa, i figli dei Millennials, nati dal 2010 in poi. Crescono a contatto con i piccoli e i grandi schermi, vengono influenzati dalle esperienze tecnologiche dei loro genitori e avranno immediatamente a che fare con realtà virtuale e intelligenza artificiale. Si narra di soprusi, di abusi sessuali, fino alla scoperta di una violenza di genere più diffusa, ma più infida, quasi legittimata. Come succede, ahinoi, nella realtà concreta quando si verificano casi simile, si tenta di colpevolizzare la vittima, iniziando a dubitare della sua versione. Save the Children (la più grande Organizzazione non governativa, che si interessa di attività e progetti rivolti sia ai bambini e alle bambine in difficoltà dei cosiddetti paesi in via di sviluppo che a quelli che vivono sul territorio italiano) ha dato i… numeri del fenomeno.

Ebbene, il 52% del campione di adolescenti tra i 14 e 18 anni, hanno subito atteggiamenti violenti dal proprio fidanzato, prima verbali e poi fisici. Secondo gli esperti, deve mutare il paradigma culturale sin dalle scuole primarie ed elementari, orientato ad annullare i concetti rigidi e precostituiti legati al genere sessuale. Altrimenti le nuove generazioni perpetueranno gli atteggiamenti violenti e discriminatori dei loro genitori. Addirittura su TikTok, il social preferito dai giovanissimi, spopolano video dal contenuto tendenzioso, riguardanti ragazze che chiedono ai propri partner di essere più virili e pressanti. E’ probabile che la situazione possa essere non tanto diversa dalle generazioni precedenti. Solo che oggi si è agevolati nel reperire dati, proprio grazie ai social ed è triste constatare che decenni di lotte femministe sembrano essere evaporati. E’ un continuo profluvio di immagini e post di chiara matrice patriarcale, ma si è sprovvisti di strumenti interpretativi.

Si è fatta strada l’idea che l’amore tossico è quello che con si trasforma in violenza. Invece, bisognerebbe convincersi che l’amore e tossicità sono due concetti in contrasto tra loro. L’amore, se è tale, non può essere tossico. Perché le forme di coercizione possono manifestarsi anche col controllo, ricatto emotivo, imposizioni sui comportamenti da tenere in società. E’ quindi il rapporto relazionale, il modo in cui si interagisce nello stesso, ad essere tossico. Questo può derivare dal quel pozzo magmatico che è l’inconscio, secondo un’interpretazione psicoanalitica. Oppure, in un’accezione sociologica, dalla sovrastruttura egemone in cui lo storytelling più diffuso discrimina le donne ed impone il patriarcato. E’ molto probabile che in un contesto sociale in cui le donne non venissero considerate la parte succedanea, quasi un orpello fastidioso, un accessorio degli uomini, si svilupperebbe un rapporto d’amore diverso e un nuovo tipo di linguaggio. Ma il percorso per giungere alla meta è ancora lungo e irto di difficoltà. Va comunque compiuto per stabilire relazioni sentimentali sane, mature e rispettose dell’altro/a da sé!

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