Periti nominati dal Tribunale che non depositano le trascrizioni ma prendono incarichi dagli avvocati degli imputati. Un noto professionista sorpreso al bar con un imputato detenuto da un magistrato. I due se la svignano alla vista del Pm ma lo scandalo è fatto. La vicenda la dice lunga sul clima che si respira durante lo svolgimento dell’importante maxi-processo.
Lamezia Terme – Al maxi processo Rinascita Scott, che vede imputati esponenti della cosca Mancuso e diversi colletti bianchi, tirano venti di guerra. Si grida allo scandalo dei periti del Tribunale beccati a conversare, seduti comodamente al tavolino del bar di fronte all’aula bunker, con gli imputati del processo.
Sempre gli stessi periti che avevano chiesto una proroga di 24 mesi per portare a termine, per conto del Tribunale di Vibo Valentia, le trascrizioni delle intercettazioni per il processo Rinascita ma che non rifiutano di farsi affidare incarichi da avvocati che difendono imputati nello stesso processo.
Ma il Procuratore Nicola Gratteri non ci sta. Prende la parola in aula per dieci minuti e diventa un fiume in piena. Denuncia ogni cosa e chiede al Tribunale, presieduto dal giudice Brigida Cavasino, che venga fatta luce su quanto accaduto e che vengano nominati altri periti. Tre periti a cui il Gup Claudio Paris aveva conferito l’incarico il 9 novembre 2020: Vercillo, Nardone e Puccio.
Due elenchi – uno di 535 pagine e uno di 83 pagine – di intercettazioni che dovevano essere trascritte. Nella stessa data veniva fissato un termine di 90 giorni per l’inizio delle operazioni peritali e il Gup nominava due ausiliari per ciascun perito. Il 3 dicembre 2020 veniva avanzata richiesta di un terzo elenco di 55 pagine e il Gup estendeva l’incarico ai tre periti.
L’8 gennaio 2021 il Collegio peritale, tramite pec, inviava all’ufficio Gup l’istanza in cui chiedeva, considerando il gravoso incarico da svolgere, una proroga di 24 mesi. A quel punto il Gup Paris nominava 38 ausiliari, rigettando però la proroga dei 24 mesi.
Il 15 febbraio 2021 il Tribunale di Vibo Valentia conferiva l’incarico a Nardone, Puccio, Vercillo, con l’aggiunta di Morabito e Scullari. E arriva il colpo di scena.
Il primo giugno il Pm Annamaria Frustaci vedeva il perito Nardone seduto al tavolino del bar – di fronte all’aula bunker – in compagnia del detenuto agli arresti domiciliari Mario Artusa. Il perito, colto in flagrante, si sollevava di scatto e scappava, mentre Artusa se la svignava all’interno del bar. Fermato dal Pm il perito non forniva alcuna giustificazione. Ma non è finita qui.
Sempre Gratteri dichiara che la polizia giudiziaria ha accertato un post pubblicato su Fb da Antonello Elia, consulente informatico, che conteneva una foto che lo ritraeva insieme all’avvocato De Nicolò Gigliotti Antonietta – difensore dell’imputato Onofrio D’Urso – e Vercillo, accompagnata dal commento ”La collaborazione tra professionisti garantisce la giusta soluzione. Buon weekend.”
Inoltre, in post precedenti dello stesso profilo Facebook, sarebbero state rilevate altre foto del consulente informatico in compagnia di Vercillo con la scritta ”Lavoro, passione, impegno e tanti sacrifici, 25 anni di professione”.
E, ancora, un’altra foto che ritrae Antonio Elia, l’avvocato Vincenzo Belvedere – di Orazio Lo Bianco e Pietro Giamborino – e nuovamente Vercillo con tanto di dedica in cui si ringrazia l’avvocato per averli scelti come periti forensi.
A questa si aggiunge un’ennesima foto di Antonio Elia e l’immancabile Vercillo all’interno della famosa aula bunker che recita ”Passione e lavoro”.
Lo stesso giorno del post, il 25 febbraio 2021, da una relazione di servizio della Pm Annamaria Frustaci, si deduce che Antonello Elia fosse presente in aula, tanto da consegnare allo stesso magistrato un biglietto da visita dello studio Vercillo per eventuali consulenze di parte. Insomma il “team” di coloro che non aveva tempo per fare le consulenze di Rinascita Scott come sottolineato da Gratteri.
Il procuratore di Catanzaro ha chiesto al giudice Brigida Cavasino di porre alcuni paletti, ovvero: ”…Di procedere all’integrazione del collegio peritale nominando un più elevato numero di periti, 15-20 periti e di fissare un termine finale per l’esecuzione d’incarico e il deposito delle perizie trascritte oltre ad un termine mensile per i depositi parziali delle trascrizioni…”.
Infine, per quanto riguarda la condotta dei consulenti, Gratteri ha richiesto al Tribunale la loro convocazione al fine di verificare quali fossero le ragioni del colloquio tra Nardone e il detenuto agli arresti domiciliari, oltre alla natura degli incarichi ricevuti da Vercillo, in altri procedimenti, dai difensori del maxi processo.