Anziani o no dovranno scontare la loro pena con il dovuto rispetto che si deve ai detenuti avanti negli anni. La strategia della tensione e gli anni di piombo non si possono cancellare col solito colpo di spugna politico. Le vittime ed i loro parenti attendono giustizia. E’ giusto che l’abbiano dopo mezzo secolo.
Milano – C’era una volta la Dottrina Mitterand che proteggeva tutti coloro che a partire dal 1985 si rifugiavano a Parigi dopo avere compiuto atti di terrorismo in Italia per finalità politiche.
Il presidente francese riteneva infatti che la legislazione d’emergenza varata dal nostro paese per fronteggiare il terrorismo durante gli “anni di piombo” non garantisse ai presunti responsabili un processo equo e giusto.
Ma si sbagliava e finalmente Macron, dopo un colloquio tra il nostro ministro della Giustizia Marta Cartabia e il suo omologo francese, ha dato il via libera all’estradizione di dieci “terroristi rossi” tutti condannati in contumacia e per i quali la pena stava cadendo in prescrizione.
Sono stati arrestati per poi uscire subito dal carcere in libertà vigilata sette ex terroristi: Giovanni Alimonti, Enzo Calvitti, Roberta Cappelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi, Narciso Manenti e Giorgio Pietrostefani. Mentre altri tre si sono “dati alla macchia“: Luigi Bergamin, Raffaele Ventura e Maurizio di Marzio.
E se i primi due si sono costituiti dopo essere stati consigliati dal loro avvocato, il terzo ha fatto perdere le proprie tracce e oggi non è più ricercato perché la sua pena è ufficialmente prescritta.
Tra i nove in attesa di estradizione spicca Giorgio Pietrostefani, fondatore di Lotta Continua con Adriano Sofri, condannato in contumacia per la morte del Commissario Luigi Calabresi, ammazzato a colpi di pistola quarantanove anni fa, il 17 maggio 1972.
L’ex militante assassino é ormai vecchio e purtroppo malato ma finalmente è chiamato a scontare la sua pena. Sono esemplari le parole di Mario Calabresi, figlio del compianto Luigi:
“...E’ stato ristabilito un principio fondamentale: non devono esistere zone grigie per chi ha ucciso – ha detto Calabresi – ma non riesco a provare soddisfazione nel vedere una persona vecchia e malata in carcere dopo così tanto tempo…”.
La vicenda degli ex brigatisti ricorda molto quella dei criminali nazisti che per decenni si sono nascosti in Argentina per essere poi consegnati alla giustizia solo in età avanzata dopo aver goduto delle protezioni e dell’omertà di governi compiacenti. Un caso su tutti quello di Erick Priebcke, il boia delle Fosse Ardeatine.
Non possiamo comunque accettare quelle voci che chiedono al Presidente Mattarella di concedere la grazia ai nove brigatisti per chiudere simbolicamente con un “colpo di spugna” la stagione del terrorismo. La protesta contro il governo e le istituzioni è sempre lecita ma non deve e non può sfociare in atti di sangue e violenza: omicidi e rapimenti, anche di persone comuni, sono reati che non possono essere perdonati.
Nessuno vuole infierire su un uomo vecchio e malato come Pietrostefani ma non possiamo neppure continuare a chiudere gli occhi. Un’ultima cosa: sono iniziate le udienze davanti alla Corte di Appello di Parigi per la concessione dell’estradizione e pare che ci vorranno almeno due o tre anni per avere una risposta definitiva. Come se non avessimo già atteso abbastanza.