Quell’aggeggio che teniamo in mano da mattina a sera, croce e delizia del progresso tecnologico, ci sta rovinando la vita e non ce ne accorgiamo.
Lo smartphone, continuiamo così: facciamoci del male! E’ la celebre frase pronunciata da Nanni Moretti nel film “Bianca” del 1984. La frase, diventata idiomatica, faceva riferimento al fatto che qualcuno non avesse ancora assaggiato la Sacher torte! Potrebbe essere indicata per definire l’uso compulsivo dello smartphone, il nostro compagno di viaggio h24. detto “doomscrolling”. Ovvero l’azione di passare compulsivamente ore a leggere notizie negative o catastrofiche online, spesso con conseguenze negative sulla salute mentale. Il termine deriva dalla combinazione di “doom” (destino funesto) e “scrolling” (l’atto di far scorrere le pagine web).
In sostanza, è un’abitudine che porta a un’esposizione eccessiva a informazioni negative, generando ansia, stress e un senso generale di preoccupazione. L’azienda cinese di elettronica OnePlus ha commissionato un’indagine sul fenomeno in cui è emerso un quadro a tinte fosche. Il tempo medio impiegato da un cittadino italiano a far scorrere le pagine web in maniera veloce è di 84 minuti giornalieri. Ossia 11 ore settimanali, equivalenti a circa 2 giorni mensili. La Generazione Z, i nati nella seconda metà degli anni ’90 e il primo decennio del nuovo millennio, trascorre ancora più tempo, due ore e mezza al giorno. Un gesto che è quasi istintivo ed inevitabile, attuato nelle situazioni più disparate.
Capita spesso alle 6 di mattina in attesa del treno che porta a destinazione tanti lavoratori e studenti pendolari, oppure all’autostazione delle corriere, di incontrare persone con lo smartphone in mano a scrollare avidamente alla ricerca della notizia perduta, forse. Cosa avranno da consultare a quell’ora del mattino, quando altre persone assonnate fanno fatica a stare in piedi, figurarsi a cercare concentrazione per lo smarphone! Lo si usa mentre si è tavola, in bagno dove per espletare i propri bisogni fisiologici sarebbe meglio rilassarsi piuttosto che elettrizzarsi per un cellulare e a letto prima di addormentarsi.

Una volta si leggeva un libro, ora ci si trastulla con un dispositivo, è l’evoluzione dei tempi! Poi ci sono i casi da Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO). Trattasi di una piccola percentuale: il 9% ha dichiarato di aver ceduto al richiamo… dell’amore per il device durante il matrimonio. Inoltre, il 7% mentre faceva all’amore col proprio partner ha interrotto questo momento intimo decidendo di scrollare. Il solo pensare di fare questo gesto mentre si è all’acme della passione conferma quanto il fenomeno possa essere grottesco e drammatico allo stesso tempo.
La Scienza ha spiegato l’arcano con la tendenza innata del nostro cervello di stare in guardia nei confronti di stimoli avversi. Se una volta questo processo serviva a scampare i pericoli possibili, oggi si è trasformato in una seduzione dalle notizie negative. E’ un fenomeno allarmante, crea ansia, angoscia, stress, sbalzi di umore, insonnia e annulla la sensazione del piacere. Restare sempre aggrappati a quell’infernali aggeggi produce emarginazione e frustrazione. Bisogna arrendersi alla furia annientatrice del “domscrolling”, senza opporre resistenza? La disintossicazione è un percorso lungo e tortuoso. Un primo passo è non portarsi appresso lo smartphone, lasciandolo a casa per alcune ore della giornata. Chissà che non sia l’inizio per depurarsi dai suoi effetti nocivi!