L’ex sindaco di Pesaro, eurodeputato Pd e candidato del centrosinistra, coinvolto nell’inchiesta che indaga su presunte irregolarità negli affidamenti diretti a due associazioni culturali.
Pesaro – L’ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci, attuale eurodeputato del Partito Democratico e candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Marche per le elezioni del 28-29 settembre 2025, ha ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta denominata “Affidopoli”, che indaga su presunte irregolarità negli affidamenti diretti a due associazioni culturali, Opera Maestra e Stella Polare, durante la sua amministrazione (2014-2024). La notizia è stata annunciata dallo stesso Ricci in un video pubblicato sui social.
L’indagine, coordinata dalla pm Maria Letizia Fucci della Procura di Pesaro, è partita da un’inchiesta giornalistica del Resto del Carlino e riguarda circa 600.000 euro di affidamenti diretti concessi senza bando pubblico alle due associazioni culturali, presiedute da Stefano Esposto, tra il 2020 e il 2024. Tra i progetti contestati figurano la manutenzione di murales dedicati a Liliana Segre e alle vittime del Covid, eventi culturali come il Palio dei Bracieri e la gestione di un casco di Valentino Rossi per iniziative promozionali. I pm ipotizzano, a vario titolo, reati di concorso in corruzione e falso, con l’accusa a Ricci di aver ottenuto un’utilità in termini di consenso politico, pur senza benefici patrimoniali diretti.
Ricci, nel video diffuso si è detto “sorpreso” e “amareggiato” per il tempismo dell’avviso di garanzia, arrivato il giorno dopo l’annuncio della data delle elezioni regionali. “In 15 anni di amministrazione non mi sono mai occupato di affidamenti pubblici, mi sono fidato ciecamente dei miei dirigenti e collaboratori”, ha dichiarato, smentendo di conoscere direttamente le associazioni coinvolte. “Sono sereno nel merito, ma arrabbiato perché questa vicenda arriva dopo un anno di indagini. Smonteremo queste accuse, siamo estranei ai fatti”. Ricci ha anche sottolineato di sentirsi “parte lesa”, poiché eventuali errori di collaboratori rappresenterebbero un tradimento della sua fiducia, e ha espresso fiducia nella magistratura.
L’inchiesta vede altri indagati, tra cui Massimiliano Santini, ex spin doctor di Ricci, e Franco Arceci, suo storico capo di gabinetto, accusati di concorso in corruzione insieme a Esposto. Gli investigatori della Squadra Mobile e della Guardia di Finanza hanno condotto perquisizioni in Comune e nell’assessorato alla Cultura, acquisendo determine, delibere e documenti relativi agli affidamenti.