Oltre 441mila euro di crediti per il Pd, milioni per M5S e Forza Italia. Solo Sinistra Italiana in controtendenza.
Roma – Il problema dei parlamentari morosi torna a pesare sui bilanci dei partiti italiani. I numeri del 2024 raccontano di una situazione critica che attraversa tutto l’arco parlamentare, con l’eccezione di Sinistra Italiana che registra invece un aumento dei contributi versati dai propri eletti.
Il Partito Democratico deve ancora incassare oltre 441mila euro dai propri senatori e deputati, una cifra che seppur in calo di 55mila euro rispetto al 2023, testimonia la persistenza del fenomeno. La relazione al rendiconto, che chiude comunque in avanzo di 650mila euro, parla di “azione di recupero continuata” verso gli eletti delle varie legislature, con 9 azioni giudiziarie aperte e 4 accordi transattivi già raggiunti.

Situazione ancora più pesante per il Movimento 5 Stelle, che nonostante un avanzo di oltre 2 milioni di euro, ha iscritto a bilancio ben 2,8 milioni di crediti verso parlamentari e consiglieri regionali, oltre a 1,4 milioni per indennità di fine mandato. Cifre che evidenziano quanto sia diffuso il mancato rispetto degli obblighi contributivi anche nel movimento guidato da Giuseppe Conte.

Forza Italia non se la passa meglio. Il partito azzurro, che chiude il 2024 con un disavanzo di 307mila euro, denuncia nella propria relazione firmata dal tesoriere Fabio Roscioli la “discontinuità dei versamenti” da parte di alcuni eletti. Una criticità che spinge il partito di Tajani a minacciare “decisioni più rigorose”, facendo leva sulle norme interne che prevedono ineleggibilità e decadenza dagli incarichi per i morosi.
L’unica nota positiva arriva da Sinistra Italiana, che vede aumentare i contributi dai propri parlamentari da 204mila a 281mila euro, con versamenti compresi tra i 42mila e i 55mila euro per ciascun eletto. Un segnale di disciplina che contrasta con il malcostume diffuso negli altri schieramenti.
Il fenomeno dei parlamentari morosi non è nuovo nella politica italiana ma i numeri del 2024 confermano come rappresenti ancora un problema strutturale per il finanziamento dei partiti, costringendo le segreterie a ricorrere sempre più spesso alle vie legali per recuperare quanto dovuto dai propri rappresentanti istituzionali.