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Ius Scholae: Tajani sfida la Lega ma il centrodestra si spacca

Il segretario di Forza Italia continua a spingere sulla cittadinanza per i giovani stranieri che completano il ciclo scolastico in Italia, nonostante la chiusura totale degli alleati di governo.

Roma – La battaglia per lo Ius Scholae divide ancora il centrodestra. Antonio Tajani non arretra di un millimetro sulla proposta di concedere la cittadinanza italiana ai giovani stranieri che completano il percorso scolastico nel nostro Paese, rilanciando con forza la sua posizione nonostante il muro eretto dagli alleati di governo.

Il segretario di Forza Italia si mostra determinato nel portare avanti la battaglia, confidando “di poter convincere gli alleati” respingendo le accuse ricevute negli scorsi giorni. “Non siamo pericolosi lassisti”, si difende Tajani, che poi attacca direttamente: “Non è il colore della pelle che ti fa italiano. E non c’è il pericolo di un’invasione islamica nelle nostre scuole. Avere paura di inglobare è un segno di debolezza”.

Matteo Salvini

La Lega, dal canto suo, mantiene una posizione di assoluta chiusura. Prima attraverso i social media con il messaggio “Ius Scholae? La cittadinanza non si regala”, poi con una nota ufficiale in cui i vertici del Carroccio invitano “l’amico Antonio Tajani ad archiviare ogni polemica sulla riforma della cittadinanza. Non passerà mai”.

Le tensioni interne a Forza Italia

Tajani deve gestire anche le tensioni all’interno del suo stesso partito, in particolare dopo le dichiarazioni di Marina Berlusconi pubblicate su La Stampa. Il segretario azzurro taglia corto: “Marina è un’amica, non abbiamo mai affrontato questo tema”.

Marina Berlusconi

Tuttavia, nei mesi scorsi la figlia del fondatore di Forza Italia aveva parlato di “gradualità e cautela” sul tema cittadinanza, indicando come priorità i temi del fine vita e i diritti Lgbtq+.

La strategia di Tajani

Il vicepremier inquadra la sua proposta in una logica più ampia, sottolineando il “bisogno di manovalanza” che si registra tra le imprese italiane. Ribadisce che lo Ius Scholae non è al di fuori del programma elettorale ma riguarda la parte dedicata all’“integrazione economica e sociale”.

“Lungi da me pensare di mettere in difficoltà il governo”, precisa Tajani, “dico di affrontare i problemi sociali e cercare di risolverli perché non li può e non li deve risolvere la sinistra, che li ha sempre strumentalizzati”.

Il muro contro muro

La risposta della Lega non si fa attendere. La vicesegretaria Silvia Sardone sfida apertamente i forzisti: “Bambine e adolescenti costrette a portare il velo a scuola rappresentano o no un problema?”.

Silvia Sardone

La replica azzurra arriva attraverso l’eurodeputato Fulvio Martusciello, che usa le stesse parole dei leghisti per alzare il muro sui loro obiettivi politici: “Archiviamo ogni polemica: il terzo mandato non passerà mai”.

Le reazioni dell’opposizione

Le opposizioni non perdono l’occasione per attaccare il centrodestra. La segretaria del Pd Elly Schlein accusa: “Hanno fatto tutto da soli, Tajani ha aperto e chiuso in 12 ore”. Giuseppe Conte del M5S parla di “teatrino avvilente per questi giovani che ci credono”, mentre il segretario di +Europa Riccardo Magi invita Tajani ad “avere un sussulto di dignità e smettere di parlare di cittadinanza”.

Un futuro incerto

Nonostante le pressioni degli alleati e le critiche dell’opposizione, Tajani mantiene la sua posizione, lanciando anche un messaggio al Pd: “Non siamo disposti ad accordi al ribasso: o dieci anni o nulla”. La battaglia per lo Ius Scholae sembra destinata a continuare, con il rischio di ulteriori tensioni all’interno della maggioranza di governo.

Il dibattito tocca questioni profonde legate all’identità nazionale, all’integrazione e al futuro dell’Italia multietnica. Mentre Tajani insiste sulla necessità di una riforma che riconosca il percorso di integrazione dei giovani stranieri cresciuti nel nostro Paese, la Lega mantiene una linea di assoluta chiusura, vedendo in ogni apertura un rischio per la sicurezza e l’identità nazionale.

La partita rimane aperta ma le divisioni all’interno del centrodestra sembrano destinate ad acuirsi su un tema che tocca le corde più profonde dell’elettorato di entrambi i partiti.

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