Proseguono gli accertamenti nell’ambito dell’incidente probatorio a Milano. La difesa: “L’impronta 33 non appartiene ad Andrea Sempio”. I risultati attesi la prossima settimana.
Milano – Prosegue l’incidente probatorio nell’ambito della nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco. Nella giornata di oggi, presso la questura di Milano, si stanno svolgendo nuove campionature per analisi genetiche, alla presenza dei consulenti nominati dalle parti.
Al centro delle operazioni ci sono tre tamponi prelevati dal corpo della vittima, tra cui uno mai analizzato prima. Le analisi interesseranno anche due o tre tracce di sangue, fra le oltre 100 repertate nel 2007, che all’epoca non avevano fornito risultati utili.
Ulteriori accertamenti sono in corso su un frammento del tappetino del bagno, macchiato di sangue: una delle tre tracce presenti era già stata attribuita a Chiara, mentre un’altra non aveva restituito alcun profilo genetico. Le nuove analisi potrebbero rivelarsi cruciali per chiarire la presenza o meno di eventuali terze persone sulla scena del crimine.
In esame anche un frammento di pelo o capello ritrovato all’epoca tra i rifiuti. Nessun nuovo accertamento, invece, è previsto sul cucchiaino già esaminato all’epoca e sul quale era stato rilevato esclusivamente il DNA di Chiara.
Dubbi sull’impronta “33” attribuita ad Andrea Sempio
Torna sotto i riflettori anche la questione dell’impronta digitale 33, che secondo i consulenti della Procura sarebbe riconducibile ad Andrea Sempio, attualmente indagato per omicidio volontario. Una tesi che viene però contestata dalla difesa del 37enne.
Il generale Luciano Garofano, ex comandante del RIS di Parma e consulente della difesa, ha dichiarato che le 15 minuzie (punti caratteristici dell’impronta) non sono obiettivamente riscontrabili: “Molto probabilmente quell’impronta non appartiene ad Andrea Sempio – ha detto –. C’è stato un errore di orientamento nella sovrapposizione tra l’impronta latente e quella di Sempio”. Secondo Garofano, alcune delle cosiddette minuzie potrebbero provenire dalla struttura muraria, complici le distorsioni generate da un software non utilizzato in modo ottimale.
Un’integrazione tecnica della relazione difensiva è attesa entro lunedì e potrebbe incidere sulla valutazione complessiva degli elementi a carico dell’indagato.
I risultati delle nuove analisi genetiche saranno disponibili entro la prossima settimana. Si attendono con attenzione, nella speranza di fare finalmente chiarezza su un delitto che, a quasi 18 anni di distanza, continua a suscitare forti interrogativi.