Rivalutato dalla scienza, quello che un tempo era chiamato “hobby da nonna” si rivela oggi un vero toccasana per corpo e mente. E sfida anche un vecchio pregiudizio di genere.
Chi è un po’ in là con gli anni ricorderà che la propria nonna praticava spesso e volentieri l’hobby del lavorare a maglia o all’uncinetto. E pensare che per una certa visione maschilista era un modo per relegare le donne in un’attività secondaria, marginale. Infatti, si diceva che il compito, per le donne, in cui si esprimevano al meglio era “fare la calzetta”! Ad indicare, in senso spregiativo, che in quanto donne non potevano che dedicarsi esclusivamente alle attività domestiche tradizionalmente considerate tipicamente femminili.
Ora la Scienza, rivalutando l’atto, ha dimostrato che il lavoro a maglia fa diminuire la pressione arteriosa e ridurre lo stress. Quei movimenti compiuti con perizia e che si perpetuano nel tempo producono un effetto benefico per il corpo in quanto i muscoli si rilassano e la tensione fisica si allenta. Una sorta di nemesi storica per il maschio che con arroganza pensava di dare una punizione alle donne!

Diverse ricerche hanno dimostrato che lavorare a maglia può contribuire a ridurre la pressione arteriosa e lo stress fisico. I movimenti ripetitivi delle mani possono avere un effetto calmante sul corpo, aiutando a rilassare i muscoli e a ridurre la tensione fisica. Lavorare a maglia è una tecnica artigianale di tessitura che prevede l’utilizzo di ferri o aghi per creare un tessuto a maglia, generalmente con filati come lana, cotone, lino o seta. È una pratica che si è diffusa in tutto il mondo e che offre numerosi vantaggi, oltre a fare bene alla salute mentale, offre la possibilità di creare oggetti unici e personali. L’uncinetto è quasi simile, essendo una tecnica di lavorazione a maglia che permette di creare un tessuto composto da maglie o anelli di filato. Anche lo strumento che si utilizza prende il nome di uncinetto, col quale si può lavorare qualsiasi tipo di filato, dallo spago al filo di cotone o lana.

Nella consuetudine popolare queste attività sono conosciute come “hobby della nonna”. Secondo la psicologia clinica, una branca della psicologia che si occupa dello studio, valutazione, trattamento e prevenzione dei disturbi psicologici e mentali, gli hobby sono delle pause dalla routine quotidiana che migliorano l’autostima, la crescita cognitiva e allargano il gruppo sociale di frequentazione. Gli hobby in cui bisogna impiegare corpo e mente, aiutano a diversificare gli impegni stimolando il pensiero. Alcuni studi hanno dimostrato che può diminuire il rischio di demenza e sollecitare la memoria. Ad esempio, l’uncinetto si è rivelato terapeutico nella trattazione di traumi o lutti, grazie al movimento bilaterale che compie il cervello, ovvero la stimolazione di entrambi gli emisferi cerebrali.
Impegnarsi in un hobby fa crescere l’autostima e, quando si fa un’attività per il piacere di attuarla e si raggiunge il risultato desiderato, la gratificazione è enorme. Sviluppare, praticare delle passioni alimenta la socializzazione e si cercheranno persone che praticano lo stesso hobby o a stimolare le persone che stanno accanto a fare altrettanto.
Condividere con altre persone le stesse passioni agevola la connessione tra e nel gruppo. A maggior ragione in una società come la nostra in cui prevale la solitudine e uno spinto individualismo, oltre alla mera condivisione di sé stessi attraverso i social. A conferma che il lavoro, considerato un totem a cui dedicare e sacrificare le proprie vite, senza coltivare qualche passatempo, produce solo alienazione!