Egemone nel quartiere Gebbione di Reggio Calabria, ha subito un nuovo colpo dall’Antimafia, ma il suo potere di influenza è ancora saldo.
Reggio Calabria – Un blitz dei Carabinieri del ROS, coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria sotto la guida del procuratore facente funzioni Giuseppe Lombardo e dell’aggiunto Walter Ignazitto, ha inferto un nuovo colpo alla cosca Labate, nota come con l’inequivocabile soprannome di “Ti Mangio”, egemone nel quartiere Gebbione. L’operazione ha portato all’arresto di quattro persone: Michele Labate, Francesco Salvatore “Franco” Labate e Paolo Labate in carcere, Antonino Laganà ai domiciliari, tutti indagati per associazione di tipo mafioso.
Avviata nel 2019, l’indagine rivela un’organizzazione che, nonostante 18 anni di indagini, mantiene un “pervasivo controllo” su un’area di 54mila abitanti, movimentando miliardi di euro. Numeri che arrivano dal procuratore facente funzioni di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, dati che aiutano a inquadrare la dimensione del fenomeno e a ribadire la presa dei clan sulla città calabrese dello Stretto, ad onta dei colpi inferti negli ultimi anni dagli inquirenti.
“La prima operazione contro il clan Labate, l’operazione ‘Gebbione’, è stata eseguita nel luglio del 2007 – spiega Giuseppe Lombardo a Repubblica -. Oggi siamo nel maggio del 2025, e dopo 18 anni stiamo ancora parlando della forza di una storica articolazione di ‘ndrangheta radicata fortemente sul territorio di Reggio Calabria. Potrebbe sembrare un dato negativo, ma va letto in modo diverso: è un segnale della straordinaria continuità investigativa che si porta avanti su questo territorio”.
Continuità che è caratteristica anche del clan Labate, capace di rinnovarsi attraverso le generazioni, che per diritto di sangue ereditano il potere. Attivi dagli anni ’30, hanno radici nella “picciotteria”, quando controllavano bestiame, estorsioni e guardiania abusiva. Soprannominati “Ti Mangio” per la loro ferocia, hanno evitato la guerra di ‘ndrangheta degli anni ’80, consolidando il potere nel quartiere Gebbione, trasformato in un hub imprenditoriale. Oggi, gestiscono estorsioni, imposizione di prodotti alimentari e infiltrazioni nella grande distribuzione. Michele e Franco Labate, subentrati al fratello Pietro, affetto da demenza senile, guidano la cosca con Paolo, figlio di Michele, che mantiene rapporti con imprenditori collusi. Antonino Laganà, fidato collaboratore, veicola messaggi, riscuote il pizzo e controlla la microcriminalità, anche tramite legami con la comunità Rom.
“La ‘ndrangheta si alimenta di silenzi – ha spiegato ancora il procuratore – Abbiamo delle stime che ci consentono di dire che i clan calabresi movimentano capitali imponenti, miliardi di euro, e questo significa acquisire una dimensione e una forza che va ben oltre il racconto che dell’organizzazione criminale si fa. Raccontatela la ‘ndrangheta – è l’appello del procuratore – raccontatela costantemente”.
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