Pet Economy: il boom dei servizi per animali, ormai più “umani” degli umani

Cresce in Italia il mercato legato agli animali domestici: toelettature, veterinari e persino agopuntura per cani. Ma è giusto trattare così i nostri amici a quattro zampe?

La “Pet Economy” italiana, ossia l’economia che ruota attorno agli animali domestici, cani e gatti in primis, pare che goda di ottima salute. E’ un settore che va a gonfie vele e in continuo mutamento. I nostri amici pelosetti a 4 zampe col tempo sono diventati sempre più esigenti. Non basta il lauto pranzo loro elargito con tanto affetto che, per inciso, incide non poco sulle grame risorse finanziarie delle famiglie italiane oppure la continua dose di carezze e moine che pretendono quotidianamente, ma richiedono che vengano soddisfatti altri bisogni. Il mercato, infatti, sta cambiando proprio per questo.

Ci sono meno negozi, ma maggiori strutture di erogazione di prestazioni, quali toelettature, veterinari, pet-sitter e consulenti del benessere animale. Unioncamere (l’ente pubblico che unisce e rappresenta istituzionalmente il sistema camerale italiano) e Infocamere (la società delle Camere di Commercio italiane per l’innovazione digitale) hanno diffuso i dati relativi al 2024. Ebbene, le imprese del settore sono 27 mila. Ma quello che sorprende non sono tanto i numeri, ma lo sviluppo in alcune direzioni. Ad esempio, nell’ultimo quinquennio i servizi di cura per animali sono aumentati del 32%, mentre quelli più specificamente veterinari del 39,4%.

Curiosamente, le imprese che offrono servizi di cura sono cresciute del 90,1%, mentre la vendita di animali è calata del 17,5%

I numeri confermano il cambiamento del paradigma culturale nei confronti degli amici a 4 zampe. Non solo animali da compagnia, ma individui appartenenti alla famiglia a cui vanno dedicate tutte le cure necessarie. L’ultimo decennio si è caratterizzato per una ripartizione del mercato interno. Le imprese che offrono servizi di cura sono cresciute del 90,1%, mentre la vendita di animali è calata del 17,5%. Il settore della vendita di alimenti per animali domestici, al contrario si è incrementato del 28%, soprattutto per la forte richiesta di prodotti biologici. Gli italiani, infatti, non badano a spese e richiedono alimenti altamente qualitativi, spesso su suggerimento di veterinari nutrizionisti.

A livello geografico, la regione col più alto numero di imprese nel settore è la Lombardia, 3860, dove sono numericamente alti anche i numeri per i servizi di cura. Segue la Campania, 2871 e Lazio, 2770. Il meridione ha evidenziato un aspetto più commerciale. Campania e Sicilia si sono piazzate, infatti, ai primi posti per numero di attività commerciali per piccoli animali. Come detto, oltre ai numeri del settore, colpisce il cambiamento dell’approccio al fenomeno.

Dai centri benessere wellness per cani, alle consulenze etologiche e ai percorsi educativi ad hoc, pullulano le iniziative (costosissime) destinate agli animali da compagnia

Gli italiani dedicano molto tempo e denaro per la cura dei propri animali. Si va dalla toelettatura di alto livello alla fisioterapia e agopuntura. Dai centri benessere wellness per cani, alle consulenze etologiche e ai percorsi educativi ad hoc. Si tratta di una serie di servizi che hanno un costo piuttosto elevato, per cui anche tra gli animali si realizza una sorta di discriminazione di classe. Nel senso che gli amici a 4 zampe, appartenenti al ceto meno abbiente (se ha la fortuna di averne uno in casa) non potranno godere di alimenti biologici e più sani, ma dovranno accontentarsi di quello a buon mercato, di qualità nettamente inferiore.

Ora se va salutato con soddisfazione che un comparto della nostra economia sia in crescita, ciò che stride con la realtà circostante è l’eccessiva “umanizzazione” dei nostri amici a 4 zampe al punto da essere trasformati in “peluches animati”, come succede alle tante manifestazioni che si svolgono lungo la penisola!    

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